In occasione dell’Etna Comics 2018 di Catania, nella giornata di sabato 2 giugno l’Associazione Culturale EVA IMPACT ha tenuto il panel Sci-Fi Anime Attack – Evangelion, Cowboy Bebop e Trigun: i tre alfieri del rinascimento anime all’alba del terzo millennio.
Oltre alle bravissime artiste Lorenza Di Sepio e Giulia Adragna, al panel ha partecipato in veste di ospite d’onore anche Fabrizio Mazzotta, celeberrimo doppiatore e direttore del doppiaggio, che ha lavorato a Evangelion sia per la serie TV, sia per i film cinematografici, sia per il Rebuild.
Durante il panel l’Associazione Culturale EVA IMPACT ha conferito a Fabrizio Mazzotta il titolo di “Amico di EVA IMPACT” per aver contribuito con la sua grande professionalità al successo di Evangelion in Italia, e ha successivamente avuto l’onore di fare una divertente chiacchierata con una delle voci più caratteristiche del doppiaggio italiano.
Vi presentiamo l’intervista, a cura di Ilaria Azzurra Caiazza, Mario Pasqualini e Filippo Petrucci, in un doppio articolo: la prima parte, pubblicata su Dimensione Fumetto, è incentrata sulla carriera di doppiatore di Fabrizio Mazzotta; la seconda parte, pubblicata qui su Distopia Evangelion, è dedicata al ruolo di direttore del doppiaggio di Fabrizio sia su Evangelion sia sull’altro capolavoro di Hideaki Anno, il recentissimo Shin Godzilla.
Parlaci del tuo rapporto con tutto il cast dei doppiatori di Evangelion, con cui hai lavorato nel corso degli anni in ben tre occasioni: serie TV, film cinematografici del 1997 e film del Rebuild of Evangelion.
Mi sono trovato bene perché i doppiatori coinvolti sono tutti grandi professionisti, poi chiaramente c’è qualcuno più appassionato di cartoni giapponesi e di Evangelion, qualcun altro no… A un certo punto della lavorazione globale di Evangelion la prosecuzione del doppiaggio del personaggio di Gendo Ikari da parte di Massimo Corvo sembrava essere in forse, e fui appositamente richiamato solamente per dirigere Corvo, con cui ho un buon rapporto di lavoro.
Anche con Daniele Raffaeli, voce di Shinji Ikari, ho un ottimo rapporto: Evangelion segnò l’esordio della carriera di Raffaeli, e sia io che lui ricordiamo con piacere che io sono stato tra quelli che lo hanno aiutato a crescere agli inizi; Daniele è molto bravo, lo era all’epoca e lo è tutt’oggi, e lo chiamo spesso per varie produzioni, non solo per Evangelion o per altri cartoni animati.
Tutta la squadra dei doppiatori di Evangelion ha una professionalità stellare!
Sì! Stella Musy, che ha donato la voce a Misato Katsuragi, era già bravissima e doppiava attrici cinematografiche. Quasi tutti questi doppiatori hanno un carattere forte, difficile da gestire, ce l’abbiamo fatta, ma con tanta fatica! A volte mi sembra di essere un po’ psicologo, un po’ puericultore… (ride) È stata una lavorazione complicata, ma comunque piacevole!
Conoscevi già il franchise di Evangelion prima che ti venisse assegnato il ruolo di direttore del doppiaggio della serie?
Sì, sapevo dell’esistenza di questa serie innovativa, ma non avevo visto alcuno spezzone prima di iniziare la lavorazione. Forse avevo visto qualche immagine, ne sapevo poco. Ho conosciuto meglio Evangelion quando mi è arrivato il video per capire il da farsi per la realizzazione del doppiaggio.
Cosa pensi di quest’opera così controversa e fondamentale per il mondo dell’animazione sia in Giappone sia in Italia? Ne sei diventato un appassionato?
Mi sono appassionato moderatamente a Evangelion, mi piace tanto quanto altre serie come Code Geass o il franchise di Gundam, che pongo al suo stesso livello. Indubbiamente riconosco che è un prodotto innovativo, profondo e di valore, pertanto lo apprezzo sia a guardarlo sia a dirigerne il doppiaggio.
Queste tue parole mi fanno molto piacere perché emerge non solo la tua professionalità, ma anche un rispetto nei confronti dell’opera.
Tra le cose che ho fatto in effetti Evangelion occupa un posto speciale, perché è un prodotto particolare.
Se tu potessi scegliere di doppiare un personaggio in Evangelion, chi sceglieresti?
Avrei scelto Kaworu, che mi piace particolarmente: apprezzo la sua personalità, gentilezza, introspezione, che sono anche delle mie caratteristiche, anche se forse potrebbe non sembrare… (ride)
Qual è in assoluto il tuo personaggio preferito nella serie? E quale ti sta più antipatico?
Non mi viene in mente alcun personaggio antipatico in Evangelion. Sono tutti personaggi particolari, anche se mi devo abituare un po’ ai nuovi personaggi presenti nel Rebuild: li sento un po’ come intrusi, devo ammetterlo; vedremo se il prossimo film svelerà qualcosa in più su questi personaggi. Come preferito dico sicuramente Shinji, che a me piace molto.
Tra le tue ultime fatiche c’è Shin Godzilla con la regia di Hideaki Anno, già regista di Evangelion: ti è piaciuto?
Innanzitutto hai detto bene, una fatica, perché è stato davvero un film faticosissimo. Abbiamo contato circa poco meno di trecento personaggi nel film, dai sei personaggi principali all’uomo che passa e dice un’unica battuta. Erano quasi trecento presenze, una cosa allucinante. Io solitamente per adattare un film impiego quindici giorni, per Shin Godzilla ci ho messo il doppio del tempo, poco più di un mese. Anche il doppiaggio ha richiesto tantissimo tempo, perché Shin Godzilla è un film gigantesco, è proprio il caso di dirlo, trattandosi di Godzilla!
Mi è piaciuto? Sì e no: mi è piaciuta la filosofia del film, che forse poteva venire raccontato in minor tempo. Per i miei canoni di spettatore europeo l’ho trovato un po’ lungo e troppo diluito: se fosse durato un po’ di meno secondo me sarebbe stato ancora più bello. Comunque mi è piaciuta la critica al sistema giapponese, ho apprezzato le varie fasi dell’evoluzione di Godzilla; all’inizio mi son detto: «Oddio! Che è ‘sto pupazzone?!? Davvero l’hanno fatto così?!?» e poi invece c’è un perché.
Hai dato indicazioni specifiche al cast dei doppiatori? Ci sono stati problemi particolari?
Problemi particolari non ce ne sono stati, a parte la fatica di scegliere le voci, perché erano tantissime. C’erano delle battute in inglese e abbiamo chiamato Valentina Mari, la doppiatrice di Rei Ayanami, che in Shin Godzilla ha fatto la protagonista femminile e se l’è cavata egregiamente. C’era un personaggio che parlava in inglese e ho chiamato Leslie La Penna, madrelingua inglese e voce di Brian de I Griffin, ed è stato bravissimo. Insomma, ho avuto queste accortezze. Per il resto non ci sono state difficoltà, ma un po’ di fatica perché è stato un film complesso. Ho più difficoltà in Evangelion. In generale ho dato qualche piccola indicazione ai doppiatori, ma nulla di rilevante; anche in questo caso do più indicazioni in Evangelion. Abbiamo avuto qualche difficoltà a intersecare il brusio: per esempio c’erano tanti personaggi che parlavano in primo piano, altri in campo lungo e in sottofondo la radio, insomma, una confusione tremenda! È stato un po’ difficoltoso, ma sono cose che càpitano!
Shin Godzilla presenta problematiche di localizzazione molto complesse e numerose: ha dialoghi prolissi, tantissimi cartelli e didascalie, molti registri linguistici, linguaggio tecnico, battute in lingue diverse… È stata effettivamente una sfida? Si è trattato di un lavoro in team tra le varie figure che si sono occupate della traduzione, dell’adattamento, del doppiaggio?
Per la traduzione dal giapponese mi sono avvalso dell’aiuto di Irene Cantoni, con cui lavoro praticamente da sempre, ho gestito io in toto il resto, adattando il film e dirigendone il doppiaggio, quindi già sapevo su cosa mi sarei trovato a lavorare. Non ci sono state complicazioni particolari, ma è stato faticoso in termini di sudore: duemila cartelli, non capire dov’è che parla un determinato personaggio piuttosto che un altro, perché le voci si accavallavano. È stato un lavoro complesso, me lo ricorderò per anni!
Parlo da spettatore, da appassionato e da esperto di opere di Hideaki Anno e devo dirti che avete fatto un grandissimo lavoro, e voglio congratularmi con te e con tutto il cast.
Sono contento! Pensa che non ho ancora visto il film completo e non so come è venuto!
Quali sono stati i tempi per la realizzazione del doppiaggio di questo film? C’è differenza nella gestione dei tempi di doppiaggio tra un film e una serie TV o anime? E come funziona in generale la gestione dei tempi di un doppiaggio?
Anche il doppiaggio di Shin Godzilla ha richiesto più tempo rispetto a quelli standard impiegati per doppiare altri film. La durata maggiore del film, i cartelli, il brusio, il numero elevato di personaggi hanno per forza di cose allungato i tempi. Quando i film sono dei blockbuster come Guerre Stellari o Il Signore degli Anelli anche per questioni di budget si impiegano più tempo e più cura; per i telefilm il tempo a disposizione è di meno, anche se per alcune produzioni particolari è necessaria più cura; lo stesso vale per i cartoni animati, anche se un po’ a decrescere. Nel caso di Evangelion, sia per la serie che soprattutto per i film, sono stati impiegati più cura e più tempo, quasi il doppio dell’usuale.
Tornando al Rebuild of Evangelion, siamo tutti in attesa dell’ultimo film della tetralogia. Quando sarà completata, sentirai nostalgia di Evangelion o piuttosto ti sentirai sollevato per non dover più lavorare a un’opera così tormentata?
Anche io lo sto aspettando! No, macché sollevato: già mi manca, non vedo l’ora che arrivi il quarto film, e so già che mi mancherà! Adesso non so Hideaki Anno, che è un regista particolare, cosa abbia in mente e cosa farà in futuro: magari come per Gundam, con tempistiche diverse, continuerà il franchise con un quinto film o realizzerà un’altra saga su Evangelion, chi lo sa… Però mi mancherà e mi manca già!
Sono contento di sentirti fare riferimento a un ipotetico quinto film perché, pur non sperandoci, io dall’uscita di Evangelion: 3.0 continuo a dire che c’è molta carne al fuoco e non è possibile risolvere le questioni con un unico film.
Bravo! Anche io ho questa impressione. Come si possono risolvere tutte queste cose in sospeso? Di certo non in tempi brevi, però più avanti, chissà… Hideaki Anno ed Evangelion sono un caso a parte, ma per esempio per quanto riguarda Mobile Suit Gundam: The Origin gli OVA dovevano essere quattro, poi sono diventati sei e si vocifera che forse questa saga continuerà, anche se la cosa non era prevista. Forse con modalità e tempi diversi, anche per Eva potrebbe accadere lo stesso.
Grazie mille, Fabrizio, per il tuo tempo, la tua professionalità e la tua gentilezza. È stato un piacere averti ospite al panel e intervistarti.
Anche per me.
Leggi la prima parte dell’intervista su Dimensione Fumetto.