Oggi abbiamo l’onore di intervistare il poliedrico e talentuoso artista Francesco “Alienmind” Franzoi in occasione della sua prima mostra personale, DayDream. Alienmind è un grande appassionato di fantascienza, di animazione giapponese e ovviamente di Evangelion e per questo motivo abbiamo avuto modo di collaborare più volte con lui.
Distopia Evangelion: Ciao, Francesco, grazie per concederci questa intervista! Tu sei un artista molto interessante perché il tuo amore per l’arte si sviluppa sia come hobby sia come lavoro: parlaci di te e di quello che fai.
Francesco Franzoi: Ciao, ragazzi, il piacere è mio! Vivo a contatto con l’arte ogni giorno in quanto sono un restauratore di beni culturali: il mio lavoro consiste nel restaurare dipinti in chiese e castelli.
DE: In questi giorni si tiene una tua mostra personale, DayDream; Ci puoi dare qualche dettaglio al riguardo?
FF: Il nome della mostra, DayDream, fa riferimento a quella particolare fase durante il giorno in cui si riesce a sognare a occhi aperti, ed è quello che faccio io quando disegno. La mostra è a ingresso gratuito, è organizzata dalla biblioteca comunale di Sella Giudicarie (TN) e ha luogo presso l’ex chiesa di S. Filippo (Disuplina) di Roncone (TN), dal 25 agosto, giorno dell’inaugurazione, fino al 3 settembre. Durante l’orario di apertura della mostra, dalle 20 alle 22, ci sono io a presentare le mie 25 illustrazioni digitali nonché alcune sculture realizzate da me. Per promuovere la mostra è stato creato un apposito evento facebook dove è possibile trovare informazioni, foto e video.
Tra l’altro, il destino vuole che DayDream sia ospitata proprio presso la prima chiesa in cui ho effettuato un restauro!
DE: Mi piace molto il fatto che da un lato ti occupi di “aggiustare”, modificare, restaurare, mentre dall’altro di creare arte. Sono due percorsi paralleli secondo me molto interessanti e che si completano e si influenzano reciprocamente. Inoltre è una splendida coincidenza il fatto che nel medesimo luogo ci siano, uno accanto all’altro, il tuo lavoro e la tua passione, con te nel mezzo.
Nella pagina dell’evento facebook è stato pubblicato un video girato presso la mostra in cui si intravede il tuo volume ELAM artcore, di cui possediamo con orgoglio una copia e che contiene molte tue opere. Parlarci di questa tua pubblicazione.
FF: L’idea di realizzare questo volume è nata perché le mie illustrazioni sono realizzate in digitale e non ne esisteva una controparte fisica; ho sentito l’esigenza di raccogliere le mie opere in un artbook autoprodotto da poter tenere in mano e sfogliare.
DE: Nella mostra, oltre alle tue illustrazioni sono esposte anche alcune tue sculture. Sei un artista poliedrico che padroneggia varie tecniche e arti: oltre che illustratore, sei anche scultore e appassionato di modellismo.
FF: Racconterò il mio approccio alla scultura: da ragazzino volevo la statua di un alieno ma non ne trovavo nessuna in commercio, e allora decisi di farmene una io. Mi sono molto divertito a realizzarla e da allora ho incominciato a dedicarmi anche alla scultura eseguita con materiali di recupero.
DE: La tua creatività si manifesta davvero in tutti i modi possibili, nel lavoro, come illustratore, come scultore, come appassionato di modellismo. Possiamo notare che hai ricevuto influenze molteplici e di vario tipo, osservando le opere che pubblichi sul tuo profilo facebook, sulla tua pagina ELAM artcore e quelle presenti nel tuo artbook: ci sono tributi ad Akira, Alita, Ghost in the Shell, nonché alla letteratura fantastica (Alice in Wonderland) e ai comics (Batman, Venom). Quali sono le opere e gli artisti che hai preso come riferimento?
FF: Io sono cresciuto con la passione per i robot e le astronavi, mentre l’interesse verso i supereroi è nato in un secondo momento, quando avevo già cominciato a disegnare. Sono cresciuto guardando Blade Runner e moltissimi film di fantascienza, Frankenstein, Metropolis e soprattutto Alien, in quanto ho una grandissima passione per il concetto di “biomeccanico”.
DE: E come è nato il tuo interesse per l’animazione giapponese?
FF: Da piccolo guardavo Capitan Harlock, Gundam, UFO Robot Goldrake e quindi inevitabilmente mi sono appassionato all’animazione giapponese, ai robot e alle astronavi.
DE: Puoi parlarci di come hai conosciuto Evangelion e di come te ne sei innamorato?
FF: Mi imbattei in Evangelion alla sua prima trasmissione su MTV nel 2001. Solitamente non nutro grande interesse per fumetti e cartoni recenti: ho sempre portato dentro di me quelli della mia infanza ma con Evangelion è stato diverso, poiché mi sono innamorato subito dei mecha, del fatto che ospitassero al loro interno delle anime umane e del design snello, che non dà la sensazione di carroarmato come possono darla ad esempio i mecha di Gundam . È stato un impatto fortissimo, che ha reso questa serie una delle mie preferite.
DE: In effetti il tema della fusione tra carne e metallo, tra organico e inorganico, che hai citato a proposito di Alien e di H. R. Giger, è fortemente presente anche in Evangelion. A questo proposito ti chiediamo di commentare l’Eva-00 e l’Eva-01 “risvegliato”, le due opere da te concesse all’Associazione Culturale EVA IMPACT per il volume Evangelion Impact e per la relativa mostra tributo, come già hai fatto il primo aprile alla tavola rotonda degli artisti in mostra.
FF: Io sono un autodidatta e disegno di getto proiettando le mie emozioni nelle opere che realizzo: il mio moto interiore si proietta nella dinamicità delle figure, a cui cerco di dare una sensazione di tridimensionalità, tramite la tecnica digitale e i colori fluorescenti, come se cercassero di uscire fuori dalla tavola.
Voglio cogliere l’occasione per ringraziare Ivan Ricci, che per primo ha creduto in me e nelle mie opere e che mi ha contattato e coinvolto in questo progetto, nonché l’Associazione Culturale EVA IMPACT che sta portando la mostra Evangelion Impact in giro per l’Italia.
DE: Sei un autodidatta ma hai davvero talento da vendere: non sono un artista né un critico d’arte ma definirei questo tuo processo creativo quasi un “impressionismo digitale”. Complimenti! Per concludere, ecco una domanda classica: quali sono i tuoi progetti futuri?
FF: Le mie opere nascono come passione personale, che realizzavo per me stesso, ma grazie alla mostra tributo itinerante Evangelion Impact le mie opere sono diventate piuttosto conosciute e sono davvero contento di questo; adesso la mia mostra personale ha destato un certo interesse, cosa che non mi aspettavo assolutamente, e si sta concretizzando la possibilità di portarla anche in altri comuni della mia provincia.
DE: Ti ringraziamo per questa intervista, congratulazioni e in bocca al lupo per la mostra DayDream e per tutti i tuoi progetti futuri, e grazie da parte dell’Associazione Culturale EVA IMPACT per aver concesso le tue due opere per il volume Evangelion Impact e per la mostra omonima.