In occasione di Legacy of Evangelion, in coda alla proiezione di Death & Rebirth e The End of Evangelion di sabato 21 maggio, NipPop ci ha dato la possibilità irripetibile di presentare “Corsi e Ricorsi Fantascientifici”, ovvero due nostri interventi scritti per l’occasione e aventi come oggetto Evangelion e la fantascienza (ricordiamo che il tema del NipPop 2016 era appunto “Giappone e fantascienza”).
Il secondo intervento che pubblichiamo su Distopia è quello di Filippo “Nevicata”.
Corsi e Ricorsi Fantascientifici – Un’eterna estate
Fantascienza e problematiche socio-esistenziali del Giappone contemporaneo
Fin dall’infanzia ho avuto una passione intensissima per tutto quanto riguarda la fantascienza; durante l’adolescenza, come compito per le vacanze estive, mi venne assegnata la lettura di un’antologia di racconti sci-fi, Immaginare futuri, tramite cui appresi che il genere fantascientifico è un ottimo strumento tramite cui l’uomo può tentare di confrontarsi con un mondo in continua trasformazione.
Il mio primo shock a livello sci-fi coincise con la visione di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, dove il pretesto fantascientifico accompagna lo spettatore verso tematiche esistenziali quali il senso della vita e lo scopo dell’esistenza umana. Sappiamo tutti quale è stata l’influenza, non solo a livello di immagini, che questo film ha avuto su Hideaki Anno e sulle sue opere.
Il mio secondo shock, ovviamente, mi fu provocato da Neon Genesis Evangelion: anche in questo caso il tema fantascientifico offre lo spunto per affrontare questioni riguardanti l’essere umano e anche per questo motivo Evangelion ha rappresentato un punto di svolta per l’animazione nipponica.
Nei primi episodi di Evangelion in maniera strisciante una serie di indizi, tra cui l’inquietante e continuo frinire delle cicale, ci svela che in seguito a una catastrofe su scala globale denominata Second Impact il mondo si trova a vivere climaticamente una lunghissima e opprimente estate, apparentemente eterna.
Il dettaglio di questa eterna estate, in apparenza poco rilevante, è invece strettamente connesso a una tematica che ad Anno sta molto a cuore: la fuga dalla realtà, tipica della società giapponese contemporanea, degli adolescenti e degli eternamente giovani, che trovano rifugio in opere di intrattenimento seducenti e senza spessore, chiudendosi solipsisticamente in un mondo ovattato e solo apparentemente sicuro.
Sappiamo che Hideaki Anno, appassionato di fantascienza e all’epoca otaku irriducibile, ha messo una parte di sé in tutti i personaggi principali di Evangelion, ma se dovessimo scegliere un personaggio che lo rappresenta più di tutti, quello sarebbe senza alcun dubbio Shinji Ikari, che è anche un riflesso dello spettatore destinatario del messaggio di Anno ed Evangelion.
Il protagonista di Evangelion è per l’appunto Shinji, eternamente combattuto tra la paura di soffrire e il desiderio di fuga dalle proprie responsabilità imposte dalla società e dalla vita da una parte, e il suo celeberrimo imperativo morale, “non devo fuggire”, dall’altra. Lacerato da questa dicotomia, Shinji trova un’apparente salvezza in un ritorno mistico/scientifico al grembo materno – in tutti i sensi – pilotando l’Evangelion-01.
La fuga dalla realtà da parte di Shinji si riflette nell’eterna estate in cui è ambientato Evangelion, ma il tema di un periodo di tempo senza fine, simbolo di un desiderio inconscio di cristallizzare la spensieratezza e la mancanza di responsabilità tipiche dell’adolescenza, era già stato presentato, giusto per citare un celebre esempio, nel film d’animazione Lamù – Beautiful Dreamer, di Mamoru Oshii.
Il celebre regista, che fino a quel momento aveva già diretto tutti gli episodi della serie animata di Lamù e il primo film, Only You, con Beautiful Dreamer del 1984 si allontana completamente dal tenore di scanzonata commedia romantica che aveva contraddistinto fino a quel momento tanto la serie TV quanto il manga di Rumiko Takahashi da cui è stata tratta, in cui si fondono fantascienza e folklore giapponese.
In Beautiful Dreamer i personaggi principali sono gli unici abitanti di un mondo devastato e in decadenza, e senza rendersene conto si ritrovano a vivere all’infinito la medesima giornata, liberi dagli impegni della scuola e divisi tra momenti di svago e la frenetica organizzazione di un festival studentesco.
Questa situazione iniziale è un’allegoria di un’adolescenza protratta all’infinito nella quale situazioni, amicizie e dinamiche sociali rimangono per sempre uguali a se stesse. La volontà di Oshii è chiara: è impossibile per gli spettatori non leggere, nell’attaccamento dei personaggi alla propria attività di organizzazione del festival tale da fermare addirittura il tempo, una critica agli otaku ossessionati dalle proprie passioni, anticipando di undici anni il messaggio che Anno ha veicolato al pubblico tramite Evangelion.
Nonostante il successo di Beautiful Dreamer decretato da critica e pubblico ci furono proteste da parte dei fan più integralisti di Lamù, secondo cui era stato tradito lo spirito originale dell’opera; la Takahashi stessa prese le distanze dal film e Oshii abbandonò la regia della serie TV.
A questo proposito notiamo una suggestiva coincidenza: durante la direzione de Le situazioni di Lui & Lei da parte di Anno nel 1998, oltre al rifiuto di una prima versione dell’episodio 14 da parte del canale TV Tokyo che trasmetteva la serie, a quanto pare vi fu anche una divergenza di vedute con Masami Tsuda, autrice del manga originale, che portò a un polemico abbandono “ufficiale” del ruolo di regista generale da parte di Anno a serie in corso, sebbene Anno abbia continuato a lavorare accreditato con il proprio nome scritto in kana anziché in kanji.
Nella seconda parte della serie viene narrata la partecipazione dei protagonisti all’organizzazione scolastica della festa della cultura, durante la quale il tempo sembra quasi scorrere in modo diverso per i personaggi coinvolti dalla frenesia organizzativa. Questo arco narrativo, già presente nel manga, è caratterizzato dall’analisi introspettiva dei personaggi ed è probabilmente stato dilatato per portare a conclusione la serie non rinnovata in seguito alle succitate divergenze artistiche tra Tsuda e Anno, tuttavia questo sembra quasi un tributo -voluto o meno- a Beautiful Dreamer e a Oshii.
Il tema della fuga dalla realtà in favore di un mondo fittizio è stato ripreso recentemente anche ne La storia della ribellione, terzo film del 2013 del franchise Puella Magi Madoka Magica in cui proseguono le vicende narrate nella relativa serie TV con un registro stilistico a cavallo tra il majokko e la fantascienza.
La storia riprende da una situazione completamente diversa da quella presentata nel finale televisivo: le cinque maghette sono vive e combattono nuovi nemici, i “Nightmare”, in un mondo troppo perfetto per essere vero e da cui è impossibile fuggire.
Una di loro, Homura, si accorge che qualcosa non va e comincia a investigare, fino a scoprire di essere ella stessa l’artefice di questo microcosmo imprigionato nella propria anima, isolato dal mondo reale e creato per mantenere all’infinito una situazione ideale per se stessa e per Madoka.
La scoperta della verità porta alla distruzione di questa realtà e al passaggio di Homura da protagonista del film ad antagonista di Madoka, per proteggere la quale Homura aveva creato questo mondo di menzogne.
Per concludere, tornando a Evangelion, uno dei simboli della non-scelta di Shinji è appunto l’eterna estate: nel finale del manga, che da questo punto di vista fa un passo in avanti rispetto al finale televisivo e a quello di The End of Evangelion, l’assunzione da parte del protagonista delle proprie responsabilità, l’uscita da un forzato isolamento prossimo all’autismo e il suo diventare di conseguenza una persona adulta sono rappresentati dal clima che non è più cristallizzato in una perenne estate e dalla ripresa di una normale alternanza delle stagioni.
Nel commovente capitolo finale del manga, ambientato presumibilmente in inverno, Shinji sceglie di compiere un passo in avanti e diventare un adulto, percorrendo la propria strada in un mondo ammantato di bianco, mentre cade la neve.
Ringraziamo ancora una volta Sebastian “Seele” Marcelli, admin di EIF, e Paola Scrolavezza, presidente di NipPop, per averci concesso l’onore e il privilegio di presentare i nostri interventi dopo il capolavoro assoluto che è The End of Evangelion.
Grazie a Luca Fiore e a Ivan Ricci per i video, che proponiamo di seguito in un formato non editato (presto pubblicheremo il video definitivo).