Panel di Yoshiyuki Sadamoto al Japan Expo di Parigi

Introduzione

Come forse sapete, a inizio luglio 2015 siamo stati al Japan Expo di Parigi e abbiamo pubblicato su Fumettologica un articolo al riguardo.
Uno degli ospiti principali dell’Expo è stato il nostro caro Sadamoto e il 4 luglio ha avuto luogo un panel in suo onore.
Noi abbiamo partecipato alla conferenza di cui abbiamo registrato integralmente l’audio e, come da accordi con Fumettologica, abbiamo scritto un articolo.
Lo abbiamo inviato alla redazione del sito il 9 luglio, ma per problemi tecnici non è ancora avvenuta la pubblicazione.
Abbiamo pertanto deciso di pubblicare su Distopia il testo integrale del panel, in quanto riteniamo che sarebbe davvero un peccato abbandonare in un limbo digitale un lavoro interessante e che ci è costato una gran fatica.
Provvederemo a rimuovere il testo non appena Fumettologica pubblicherà l’articolo sul proprio sito.

Come abbiamo scritto nell’articolo dedicato al Japan Expo 2015 di Parigi, l’ospite d’onore nell’ambito dell’animazione è stato Yoshiyuki Sadamoto, in occasione delle celebrazioni per il ventesimo anniversario di Neon Genesis Evangelion.

Sadamoto è stato ospite d'onore del Japan Expo 2015

Classe 1962, mangaka, direttore dell’animazione, cofondatore dello Studio Gainax, Sadamoto è il character designer che ha contribuito al successo de Le ali di Honneamise, di Nadia – Il mistero della pietra azzurra, di FLCL e del celeberrimo Evangelion, di cui ha anche curato l’omonimo manga, inziato nel 1994 e concluso nel giugno 2013 dopo un’odissea editoriale durata oltre 18 anni. Oltre al suo lavoro presso lo Studio Gainax e su Evangelion, Sadamoto è conosciuto in tutto il mondo per la sua collaborazione al progetto multimediale .hack e per essere il character designer dei recenti lungometraggi di Mamoru Hosoda, a partire da La ragazza che saltava nel tempo fino a The boy and the beast, la cui uscita in Giappone è imminente.

Durante la quattro giorni parigina, Sadamoto è stato protagonista di varie sessioni di autografi e, il giorno 4 luglio, di un panel durato un’ora e mezza in cui gli appassionati hanno avuto l’occasione di porre domande direttamente al proprio beniamino, senza purtroppo poterlo immortalare, in quanto Sadamoto non vuole essere fotografato o ripreso in un video.

Ecco l'unica foto che abbiamo potuto scattare a *Yoshiyuki Sadamoto*...

Essendo fan di Sadamoto e di Evangelion, non potevamo assolutamente perderci una così ghiotta occasione e per questo abbiamo seguito in prima fila questa conferenza, che riportiamo integralmente.

Tutte le risposte indicate con “Sadamoto (S)” sono in realtà traduzioni dell’interprete.

Interprete (I): Il Maestro farà una breve presentazione di se stesso.
Sadamoto (S): Il mio nome è Yoshiyuki Sadamoto, sono passati sette anni dall’ultima volta in cui sono stato ospite al Japan Expo. Lo confesso, fa caldo. Piacere di incontrarvi.
I: Penso che ci siano molte persone che hanno tantissime domande, quindi farò solo una piccola precisazione: se avete domande sul film di Evangelion attualmente in lavorazione (Evangelion: Final o Evangelion: 3.0+1.0, NdT), potete immaginare che, essendo in corso d’opera, il Maestro non possa dire nulla.
Per il resto il Maestro è abbastanza aperto a tutte le domande, a condizione che non siano impertinenti.

(L’interprete chiede al primo spettatore che vuole porre una domanda di alzarsi e di presentarsi.)

Domanda (D): La mia domanda riguarda la conclusione di Evangelion narrata nel volume 14 del manga: questo finale è stato scritto e realizzato soltanto da lei o è stato fatto in collaborazione con il regista della serie animata? (Hideaki Anno, NdT)
S: Per quanto riguarda l’ultimo volume del manga ho personalmente realizzato la conclusione per la semplice ragione che nessun membro dello staff dell’anime o della produzione mi ha richiesto di rispettare le scelte prese per la serie. La fine del manga è davvero la conclusione che ho voluto dare a Evangelion.

Copertina dell'edizione giapponese dell'ultimo volume del manga di Evangelion

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona e chiede che venga fornito un ventaglio a Sadamoto; uno spettatore in prima fila glielo offre.)

D: Volevo porre una domanda sulle origini della sua collaborazione con lo Studio Gainax e più nello specifico sulla creazione di Nadia e di Evangelion.
I: Mi permetto di chiederti di circoscrivere la tua domanda, perché è troppo ampia e si rischia che la risposta duri più di un’ora e mezza.
D: Vorrei focalizzare la domanda sulla creazione di Nadia e di Evangelion, e il ruolo specifico del Maestro in questo senso.
S: Per Nadia è tutto partito, dopo Le ali di Honneamise, da un concorso del canale televisivo giapponese NHK per la realizzazione di un anime: la sceneggiatura era stata già scritta ma si era alla ricerca di un character designer. Ho vinto questo concorso di character designer e mi è stato poi proposto di essere il regista, la produzione era già iniziata e nei primi tempi sono stato il regista di Nadia. Quando la serie ha cominciato a essere trasmessa si è verificato l’avvicendamento con Anno alla regia.
Per quanto riguarda Evangelion, dopo Nadia ci sono stati quattro anni di crisi in cui lo studio non ha realizzato alcuna produzione. In quel momento ho cominciato a essere insofferente e ho voluto realizzare un manga. L’inizio del progetto Evangelion è arrivato proprio quando ho annunciato questa mia intenzione. È stato così che ho iniziato a lavorare sul manga di Evangelion, perché, nonostante il progetto crossmediale, una miscela di diversi media per un’opera, non era previsto nessun adattamento in un manga. È questo che mi ha portato a partecipare al progetto Evangelion come character designer e come mangaka.

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona)

D: Su che cosa si è basato per creare gli Eva, dato che essi hanno una componente organica e una meccanica?
S: Per la creazione degli Eva, il lavoro è stato assegnato su mia richiesta a Ikuto Yamashita, che è un ottimo mecha designer. Gli ho chiesto se poteva creare robot diversi da quelli visti fino a quel momento, non robot in stile Gundam, molto occidentalizzati e con molte parti meccaniche in vista, ma qualcosa di più simile agli Oni, i demoni rossi e blu con uno o due corna, che è davvero un’immagine tipica giapponese. Fu sulla base di queste richieste che Yamashita ha realizzato questi mecha design.
C’è stata una grande evoluzione con la creazione degli Eva per la semplice ragione che fino a quel momento, quando i robot avevano orecchie o appendici appuntite, esse erano tutte rivolte all’indietro: per esempio le corna dei Gundam sono rivolte all’indietro, le orecchie di Briareos (mecha in Appleseed, NdT) di Masamune Shirow sono molto allungate all’indietro. Era la prima volta in cui abbiamo avuto un design con le corna rivolte in avanti che faceva allusione più allo spirito orientale che a quello occidentale. C’è davvero una grande differenza basata su questa scelta, e questo ha richiesto molto lavoro.

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona)

D: Buongiorno, Maestro, ciò che amo molto del suo lavoro è che i personaggi che avete creato sono ancora attuali, il design è sempre moderno, i personaggi femminili sono sexy ma non volgari, e quindi volevo porre la domanda: per lei che cosa contraddistingue un buon character design?
I: Una domanda davvero acuta e complessa.
S: Per quanto riguarda le ragazze sexy ma non volgari, questo è un punto importante, poichè quasi tutti i registi richiedono che un personaggio femminile sia sexy, pertanto questa è una cosa che deve essere gestita con abilità. È essenziale che sia sexy e allo stesso tempo abbia un aspetto intelligente, che mostri una certa intelligenza, che trasmetta intelligenza e conduca a una qualche riflessione. Non basta che il personaggio sia soltanto sexy, altrimenti sarebbe veramente incompleto. È necessario che il personaggio trasmetta una certa intelligenza tramite il suo design. Penso che questa sia la chiave per un character design efficace.

Nadia, uno dei personaggi più celebri di Sadamoto - Illustrazione tratta da Der Mond

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona)

D: Non voglio parlare di Evangelion, ma parlerò di Aoki Uru, un progetto del 1998 sequel de Le Ali di Honneamise, originariamente concepito da Hideaki Anno che però ha abbandonato il progetto ponendolo in pausa a tempo indefinito. Tuttavia lo Studio Gainax ha recentemente annunciato che nel 2018 dovrebbe uscire il film, diretto da Hiroyuki Yamaga, di cui lei ha realizzato splendide illustrazioni pubblicate sul suo bellissimo artbook Der Mond. Mi piacerebbe sapere perché si è dovuto attendere così tanto per questo film e se lei può rivelarci informazioni inedite al riguardo.
S: Penso che sarete molto soddisfatti della risposta, in quanto è semplice: il progetto è ancora in corso e purtroppo non posso dire nulla, non perché non devo divulgare informazioni inedite, ma semplicemente perché non c’è niente da rivelare in questo momento.

Illustrazione di produzione di Aoki Uru, risalente agli anni '90 – Illustrazione tratta da Der Mond

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona)

D: Ho una domanda che riguarda la colonna sonora della serie TV di Evangelion: ci sono due scene chiave di questa serie, la prima in cui Asuka è attaccata da un Angelo e la seconda nel corso dell’episodio in cui Kaworu scaglia un attacco contro la NERV; entrambe le scene utilizzano brani di musica classica europea, mentre il resto della serie ha una colonna sonora originale, cosa ha portato alla scelta di utilizzare questa musica in questi due momenti chiave?
S: Se ricordo bene, poichè tutto questo è avvenuto 20 anni fa, mi pare che sia dovuto a un membro dello staff che ha anche partecipato alla creazione, un grande appassionato di musica classica. Egli chiese ad Anno che queste scene venissero accompagnate da musica classica, ed è quello che Anno alla fine ha scelto di fare. Ma questo è accaduto molto tempo fa e io non ne sono molto sicuro.

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona)

D: Sappiamo tutti che lei è principalmente un illustratore e character designer, ma sappiamo anche che ha occupato la carica di direttore dell’animazione in vari anime e mi chiedevo se lei potesse spiegarci in cosa consiste questo ruolo, qual è la sua importanza e in quale modo lei è riuscito a svolgere questo compito.
S: È vero che quella del direttore dell’animazione è una posizione chiave perchè è lui che garantirà la qualità generale dell’animazione, tuttavia l’ultima volta in cui ho occupato questa posizione è stata per la serie Gunbuster 2, ma solo per il primo episodio, perché io non sono un animatore molto veloce, e per questo ruolo devi essere costante, di talento e veloce, e io non lo ero, il che pone non pochi problemi allo staff. Molto più tardi, rendendomi conto che alcuni animatori erano più competenti di me, ho dato loro questo incarico e mi sono concentrato sul design, quindi è da un po’ di tempo che non svolgo questo ruolo.

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona)

D: In Evangelion, qual è il personaggio che la ispira di più e qual è il personaggio che la ispira di meno?
I: Ti chiedo un chiarimento sulla parola “ispirazione”, significa molte cose sia in francese che in giapponese.
D: Qual è il personaggio che preferisce maggiormente e quello che preferisce di meno?
S: Questa è una domanda difficile: se questo personaggio esistesse, e in relazione alla mia età, direi Misato, e non mi dispiacerebbe uscire con lei (ride). E sempre in quest’ottica, il personaggio che vorrei conoscere il meno possibile è Keel, della Seele; quel vecchio signore, no, non è proprio il mio tipo di persona.

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona)

D: Tutti noi sappiamo che Evangelion è una serie che ha reso molti tributi, in particolare a Ideon, Devilman e Ultraman. Volevo sapere se lei ha realizzato altri tributi nel manga, non necessariamente gli stessi della serie.
S: Sì, Evangelion è pieno di omaggi, ma a vecchi titoli che probabilmente non mai stati rilasciati in Francia e non siete tenuti a conoscere. Prendiamo come esempio il rapporto tra Yui, Gendo e Fuyutsuki: questo piccolo triangolo che è più accentuato nel manga trae diretta ispirazione da una vecchia serie inglese degli anni ’70 intitolata UFO. In Evangelion c’è quasi lo stesso tipo di rapporto presente in UFO, perché è direttamente ispirato dalla serie.

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona)

D: Quali consigli darebbe ai giovani creativi per la realizzazione di un universo?
S: Quando creo un universo, innanzitutto attingo dalla mia memoria, al fine di mettere in evidenza i mondi che avevo creato da bambino, e in seguito li riorganizzo. Credo che cominciare con il riappropriarsi degli universi della propria infanzia sia un ottimo inizio.
Credo, inoltre, che per creare qualcosa di originale, che non si è mai visto, si debba evitare, quando si lavora in quest’ambito, di basarsi su ciò che va di moda in quel momento, come fumetto o come animazione. Infatti, facendo riferimento su questi prodotti, copieremmo automaticamente. Per evitare di copiare, piuttosto consiglierei di ispirarsi a dei romanzi, a materiale scritto che non ha corrispettivi grafici, al fine di far lavorare maggiormente l’immaginazione. Questo tipo di lavoro sarà estremamente vantaggioso rispetto a un mondo visuale già esistente.

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona)

D: Ho due domande, la prima riguardante la Japan Anima(tor)’s Exhibition, il progetto avviato da Anno con lo Studio Khara. Dal momento che non c’è ritorno economico, non c’è alcuna vendita di Blu-ray, non viene trasmesso in TV, come procede finanziariamente questo progetto? In cosa consiste tale produzione? Mi piacerebbe sapere se il Maestro Sadamoto curerà uno dei corti.
La mia seconda domanda riguarda Bakemono no ko… (The Boy and the Beast, film diretto da Mamoru Hosoda il cui character design è stato realizzato da Sadamoto, NdT)

Bakemono no ko, the boy and the beast, ultima fatica di Hosoda e Sadamoto

I: Mi spiace ma dobbiamo fermarci alla prima domanda perché è molto lunga. Posso rispondere io su Bakemono no ko, per un semplice motivo: è una questione di pianificazione delle uscite.
S: Non essendo più un animatore, non riesco a immaginarmi a lavorare su un progetto chiamato Animator Expo. Più di ogni altra cosa, io sono un mangaka. Inoltre, non sono affatto a conoscenza del modello economico utilizzato in questo progetto quindi non sono in grado di dire altro al riguardo.
I: Per quanto mi riguarda io so come funziona questo genere di progetti e ritengo sarebbe meglio chiedere ai produttori. Sadamoto, come tutti gli animatori, non è tenuto a sapere come procedono le questioni economiche.

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona)

D: Ho due domande. La prima riguarda la differenza tra un character design realizzato per l’animazione e uno realizzato per un manga, e vorrei fare la stessa domanda per la sceneggiatura. Ad esempio in Evangelion lei ha ripreso il character design del suo manga per integrarlo nell’anime o è avvenuto il contrario?
S: Quando si realizza un character design per l’animazione bisogna sempre tenere a mente che questo design sarà riutilizzato dagli animatori, quindi deve essere realizzato con poche caratteristiche che lo rendano facilmente riproducibile. In un manga ci si può permettere un design molto più ricercato, con più caratteristiche.
Inoltre, in un manga ci si deve ricordare che tutto è in bianco e nero, quindi si devono trovare degli accorgimenti per risparmiare i retini delle differenze di toni.
E infine, se avessi voluto che uno dei miei manga venisse adattato in un anime, avrei subito diretto un anime. È per questo che, quando realizzo un manga, mi sforzo di riempire il disegno di dettagli per renderne difficile un eventuale adattamento in un anime.

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona: il prossimo intervento sarà in inglese e l’interprete dice che la cosa non gli causa problemi, però deve prima tradurre la domanda in francese e poi tradurla in giapponese per Sadamoto.)

D: Vorrei sapere che tipo di scene erotiche le piace disegnare, o che tipo di scene erotiche lei apprezza.

(Sadamoto riflette a lungo e aggiunge che la questione è difficile. L’interprete aggiunge che tradurrà la risposta di Sadamoto prima in francese e poi in inglese.)

S: Mi sono concesso una sola volta di disegnare una piccola scena maliziosa all’interno di uno dei miei volumi, e non è stata accolta molto bene. Mi è poi stato fatto capire che non ero bravo a disegnare immagini erotiche (risate in sala).

(La risposta è poi tradotta in inglese, e l’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona)

D: Per quanto riguarda Evangelion, volevo sapere qual è il personaggio che le ha dato più problemi in fase di design; ad esempio mi sembra che Rei avesse in origine capelli e occhi castani, e volevo sapere se ciò fosse dovuto a difficoltà effettiva oppure a esigenze di produzione.
S: In pratica quando abbiamo iniziato a lavorare su Evangelion volevo realizzare qualcosa in stile molto giapponese: tutti i personaggi avevano i capelli neri. Quando ho presentato il design iniziale uno degli sponsor mi ha detto che poteva essere prevista la creazione di un videogioco e quindi era necessario trovare un modo rapido ed efficace per riconoscere i personaggi. Così ho ridefinito il colore dei capelli di ogni personaggio, per esempio, i capelli blu e occhi rossi di Rei derivano da una mia scelta. Anche se mi è stato chiesto di differenziare i colori, mi è stato lasciata la libertà di sceglierli. Alla fine ha funzionato molto bene.

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona)

D: Ci sarà un seguito di Evangelion o un nuovo film di Evangelion?
I: Mi permetto di parlare in vece di Sadamoto, l’ho detto all’inizio della conferenza: malauguratamente non possiamo discutere su quanto concerne i nuovi lavori riguardanti Evangelion.

Sadamoto non ha detto nulla sul prossimo film di Evangelion, che DOVREBBE intitolarsi *Evangelion: 3.0+1.0*

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona)

D: La mia domanda riguarda Nadia, il tratto di Sadamoto si è evoluto col tempo, quando è tornato a lavorare su questa serie per il formato Blu-ray realizzando una nuova illustrazione, ha provato a ritrovare il suo vecchio stile o, al contrario, ha piuttosto cercato di osservare i personaggi attraverso il suo stile attuale?
S: Dovete sapere che i miei gusti cambiano nel tempo, direi piuttosto che ho disegnato come mi sentivo in quel preciso momento.

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona)

D: Ho una domanda sugli ultimi due film di Eva già distribuiti: alla fine di Evangelion: 2.0 si vede un’unità Evangelion che però non appare in Evangelion: 3.0
I: Precisiamo che questo è un enorme spoiler, perché alcuni tra i presenti non hanno visto tutti i film, e per informazione io non ho visto i tre film del Rebuild già usciti.
D: Chiedo scusa. Comunque si vede un design non utilizzato nell’ultimo film, e ci sono voci secondo cui questo design sarebbe diventato quello dell’Eva-13 che vediamo in Evangelion: 3.0, con cui non ha nulla a che fare ma utilizza lo stesso design.
I: Mi limiterò a modificare la tua domanda in modo da poterla porre, in quanto riguarda troppo da vicino fatti che devono ancora essere narrati.
L’Eva che si vede alla fine del secondo film è una nuova unità Eva?
Ecco come trasformerò la domanda in modo tale da poterla porre.
S: Questa è una cosa difficile a dirsi, perché per quanto riguarda questi tre film io non sono sufficientemente al corrente delle cose da potermi pronunciare.

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona)

D: Lei è interessato o pensa che oggi o tra pochi anni una serie straniera potrà essere adattata in una versione animata in Francia, ma anche in Giappone? E di una qualità buona come quella di un lavoro realizzato in Giappone?
I: Ripeto la domanda perché non hai parlato ad un volume abbastanza elevato: lei pensa che un manga creato in Francia, quindi un Franga, mi scusi per il termine tecnico, avrebbe la possibilità di essere adattato da un studio di animazione giapponese?
S: Non dobbiamo dimenticare che i giapponesi, non molto tempo fa, hanno realizzato Heidi, ispirato a un romanzo francese (Per la precisione Johanna Spyri, l’autrice del romanzo, era svizzera e ha scritto Heidi in tedesco, NdT), e hanno creato le serie di Sherlock Holmes e Lupin, tratti da opere europee; quindi si può pensare che dei mangaka francesi un giorno abbiano successo e che i loro lavori prima o poi diventino degli anime in Giappone.
I: Per informazione so che ci sono alcuni autori francesi che hanno fatto manga in Francia, che sono pubblicati in Giappone o lo saranno presto. Non posso dire il titolo, ma ne conosco almeno uno. Per certo ci sono autori francesi che sono pubblicati in Giappone.

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona)

D: Voglio sapere quanto tempo ha impiegato per la realizzazione del design degli Eva nella loro versione definitiva. Si è entusiasmato disegnando Pen Pen e le piacerebbe averlo con sè?
I: Ricordo che è stato Yamashita a realizzare il mecha design degli Eva.
S: Ho sempre scambiato opinioni con Yamashita per circa dieci mesi, mi ci è voluto così tanto tempo da non poter andare avanti col mio character design, che ho completato in due o tre mesi, giusto per fare un confronto.
Per quanto riguarda Pen Pen, preferisco i gatti. Inoltre allevare un pinguino dovrebbe essere particolarmente complicato, poiché sono creature nate per vivere in acqua. Detto questo, sarebbe interessante avere un pinguino intelligente e furbo come Pen Pen.

(L’interprete fa consegnare il microfono a un’altra persona)

D: La mia domanda riguarda i corti Daicon III e Daicon IV: vorrei sapere come è stata la realizzazione di questi cortometraggi, e se ne discutete tuttora.
Infine una domandina sulle automobili, le piace la nuova Renault Alpine o non la ispira affatto? (Sadamoto è un grande appassionato di automobili, NdT)
S: Daicon è una convention specializzata in fantascienza, e per aumentare la popolarità della SF, lo staff della manifestazione ha deciso di fare appello ai giovani studenti di animazione della zona per la realizzazione di una piccola clip animata promozionale per promuovere la convention.
Il primo video è stato realizzato interamente da volontari appassionati, e diretto da Yamaga, l’attuale presidente dello Studio Gainax. Questo video è stato così popolare che è stato deciso di realizzarne un altro, solo che questa volta Yamaga ha deciso di realizzare il Daicon IV con uno stile professionale, mentre il Daicon III era stato fatto con uno stile amatoriale, e dunque ha chiamato in aiuto dei professionisti. Così mi sono unito al progetto da professionista, sebbene io lavorassi anche come volontario. In questo modo abbiamo fatto Daicon IV ed è così che sono nati il corto e quindi lo studio (L’antesignano dello Studio Gainax si chiamava appunto Daicon Film, NdT).
Per quanto riguarda la Renault Alpine, sarò franco, io preferisco le Citroën, ho iniziato con una Due Cavalli, in seguito ho poi avuto una AX, una XM e una Xantia e in questo periodo guido una C6, quindi potete vedere che amo le Citroën.

Yoshiyuki Sadamoto ama le automobili ed è solito inserirle nelle proprie illustrazioni

I: Piccola parentesi, ci siamo divertiti in un concessionario Citroën ieri (ride), ci sono delle foto super.
S: Detto questo, per il nuovo design della Alpine, io amo profondamente le vecchie automobili e preferisco la Citroën perchè mantiene un piccolo tocco retrò.
Per informazione tutti voi conoscete Lupin III, e nel primo episodio della serie animata, Fujiko guidava una Alpine A110 di colore blu scuro. Ho scelto di inserire una Alpine in Evangelion come omaggio a questa serie. Tuttavia ho usato una Alpine A310 in Evangelion, perchè “310” è stato più facile da scrivere rispetto a “110” e il design di questo modello mi ha ispirato di più. La scelta del modello è quindi una scelta artistica, ma la scelta del marchio è un omaggio a Lupin III.

(L’interprete annuncia che restano solo cinque minuti e propone di giocarsi l’ultima domanda con una manche di “Jan ken pon” (Carta, pietra, forbice, NdT) tra le ultime persone ancora in coda per porre delle domande. L’interprete individua cinque persone che si sarebbero sfidate dopo la domanda successiva, poi fa consegnare il microfono a un’altra persona.)

D: Buongiorno, la mia domanda riguarda la sua collaborazione con Hideaki Anno e Mamoru Hosoda. C’è una qualche differenza nel lavorare con Hosoda e con Anno? Qual è il loro metodo di lavoro e come si rapportano con lei? Chi è più severo tra i due o il più esigente nei suoi confronti?
S: Innanzitutto si deve sapere che Anno e io siamo impiegati nella stessa azienda, rispettivamente come regista e character designer.
Inoltre, quando lavoro con Anno la nostra è davvero una collaborazione, nel senso che Anno lascia grande libertà al suo staff, a cui consente inoltre di lavorare insieme, e ha poche richieste.
Quanto a Hosoda, crea la storia contemporaneamente ai personaggi, in modo tale da cambiarla leggermente così che essa si adatti al meglio con i personaggi che gli sono stati proposti. Pertanto Hosoda è molto esigente sull’aspetto dei personaggi, al fine di portare la sua storia dove vuole.

(L’interprete organizza il “jan ken pon” facendo partecipare anche Sadamoto, dopodichè fa consegnare il microfono al vincitore.)

D: Mi permetto di porre due domande. Ecco la prima: cosa ne pensa dell’evoluzione dell’animazione e della scomparsa della celluloide? È cambiato il modo in cui lei realizza il design dei personaggi? Trova positivo o negativo questo cambiamento?
Ecco la seconda piccola domanda: si aspetta di tornare un giorno al Japan Expo?
I: Penso che lo staff e tutto il team del Japan Expo siano molto felici di questa sua seconda domanda.
S: Del passaggio dalla celluloide al digitale hanno beneficiato solo i coloristi, dal momento che il lavoro degli animatori e degli animatori-chiave di per sé non è cambiato affatto, anzi, si é addirittura complicato, in quanto non è più possibile utilizzare matite colorate per marcare le ombre o altro.
Anche se tutto il lavoro è ancora fatto su carta, successivamente sottoposto a scansione, gli animatori non possono più utilizzare le matite colorate sul disegno stesso, ma devono consegnarli così come sono e applicare i colori sul retro del foglio per indicare ai coloristi le scelte fatte.
Sono la colorazione e il post-editing a essere facilitati, ma dal punto di vista degli animatori le cose si sono complicate.
Quindi questo non è davvero un passo in avanti, ma non è nemmeno un passo indietro, la perdita dell’uso della celluloide non è una rivoluzione, nè cambia il mio lavoro.
Sarà con grande piacere che tornerò al Japan Expo, se possibile con una nuova opera.

(Fine della conferenza. L’interprete richiede al pubblico una standing ovation, che ovviamente viene offerta al Maestro Sadamoto.)

Un ringraziamento particolare a Didier Pasamonik di ActuaBD e a DemiCercle; senza la loro gentilezza, il loro supporto e la loro disponibilità questo articolo non avrebbe visto la luce.

In conclusione alleghiamo la registrazione audio del panel, effettuata da noi e caricata su youtube dal nostro amico DemiCercle!

Informazioni su Nevicata

Appassionato di animazione e fantascienza, Nevicata rimane inevitabilmente folgorato da Neon Genesis Evangelion. Nel 2003 apre il sito Distopia. Nel 2016 fonda l'Associazione Culturale EVA IMPACT.
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