Fine del manga di Evangelion – Last Stage su Young Ace di luglio 2013

Dopo oltre 18 anni, siamo giunti alla conclusione del manga di Evangelion: su Young Ace di luglio 2013, in uscita il 4 giugno, viene pubblicato lo stage 96, indicato ufficialmente come Last Stage.

Copertina di Young Ace di luglio 2013 - Last Stage del manga di Evangelion - Shinji Ikari

Questo ultimo capitolo è costituito da 24 pagine, che vanno ad aggiungersi alle precedenti 132; a meno che Sadamoto non decida di inserire ulteriori tavole, il quattordicesimo tankobon avrà un totale di 156 pagine di fumetto, e suppongo che il resto del volume sarà occupato da interviste e altri extra. Nella rivista è presente “Evangelion Comic Climax Special Program 03”, che offre la seconda parte dell’intervista a Sadamoto e Tsurumaki, il cui contenuto è stato sintetizzato e tradotto in inglese dall’utente di Evageeks.org symbv, e alcuni disegni inviati da lettori ed autori per celebrare la conclusione del manga.

Last Stage del manga di Evangelion - Prima pagina - Shinji Ikari

Considerazioni iniziali: come molti hanno notato, tra cui il buon Simone, nella copertina di questo numero di Young Ace, nell’illustrazione iniziale dello stage e in tutto il capitolo finale, Shinji porta con sé la medesima borsa con cui appare nella prima pagina del primo stage del manga. La perfetta chiusura del cerchio. E ora via con il riassunto del Last Stage, realizzato traducendo ed adattando il contributo di R334.

Prima pagina del primo stage del manga di Evangelion, per l'occasione in tedesco - Nel Last Stage Shinji porta la medesima borsa

Shinji cammina nella neve per raggiungere la stazione ferroviaria ed andare a sostenere gli esami di ammissione alle scuole superiori. Riceve una chiamata telefonica da parte di sua zia, che vuole assicurarsi che lui stia bene. Due suoi amici lo aspettano alla stazione, Shinji li saluta e rivolge loro un sorriso.

Shinji riflette sul fatto di non essersi mai abbandonato a sogni e speranze e giunge alla conclusione di non aver mai visto la speranza perché non l’ha mai cercata.

Una giovane madre e un bimbo, passeggeri sul treno, vedono un Eva Series conficcato nel terreno. La madre spiega al figlio che quella che vedono è una reliquia di cui non si sa nulla, nè chi l’abbia costruita nè per quale motivo.

Shinji scende dal treno in una stazione di Tokyo: mentre si fa largo tra la folla si accorge che una ragazza, trascinata dalla folla dell’orario di punta, non riesce a scendere da un vagone del treno. Deciso ad aiutarla, la afferra per la mano e la tira verso di sé, sulla banchina. Quando si accorge che la ragazza che ha aiutato è Asuka, Shinji arrossisce e le domanda se non si siano già incontrati in precedenza. Asuka è convinta che quello sia un pretesto per nascondere un tentativo di abbordaggio, perciò ringrazia Shinji per l’aiuto, lo saluta e se ne va.

Shinji cerca di fermarla, ma in quel momento si intromette Kensuke: prima fa un commento su quanto sia carina Asuka, poi, accorgendosi che Shinji è a Tokyo per sostenere gli esami di ammissione, gli spiega di essere anche lui lì per lo stesso motivo e gli augura buona fortuna. I due escono dalla stazione e si dirigono verso la scuola, mentre continua a nevicare.

Segue un monologo interiore di Shinji: “Sì, farò del mio meglio. Sta a me trovare il percorso che voglio intraprendere. La via potrà non essere diritta, potrà avere curve e svolte improvvise, potrà cadere la pioggia, potrà soffiare il vento, ma il sole splenderà ancora sulla strada da percorrere. Il mio futuro si apre per sempre davanti a me.”

Nell’ultima immagine, si può notare il ciondolo di Misato appeso al manico della borsa di Shinji.

FINE.

Quali sono state le reazioni del fandom alla fine del manga di Sadamoto? Essenzialmente un leggero fastidio da parte di coloro che si aspettavano finalmente il coronamento della storia d’amore tra Shinji e Rei, ed una generalizzata delusione tra coloro che non apprezzano l’adattamento cartaceo di Evangelion, ritenuto troppo semplicistico e distante rispetto all’opera originale. L’inevitabile effetto collaterale di questa conclusione è stato il moltiplicarsi di domande senza risposte ufficiali: reincarnazioni, time loop, viaggi a ritroso nel tempo, ricordi cancellati, mondi resettati… Il fandom è ormai scatenato nell’ipotizzare interpretazioni plausibili del finale del manga.

Bene, con la fine del manga di Evangelion si chiude ufficialmente un’epoca. Adesso non ci resta che aspettare notizie sulla pubblicazione del quattordicesimo tankobon, sperare in un’altra pubblicazione in contemporanea mondiale, temere l’uscita di qualche discutibile spin-off manga e soprattutto attendere qualche informazione su Evangelion: Final

Informazioni su Nevicata

Appassionato di animazione e fantascienza, Nevicata rimane inevitabilmente folgorato da Neon Genesis Evangelion. Nel 2003 apre il sito Distopia. Nel 2016 fonda l'Associazione Culturale EVA IMPACT.
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16 risposte a Fine del manga di Evangelion – Last Stage su Young Ace di luglio 2013

  1. Simone scrive:

    Non vorrei riempirvi troppo il sito di commenti XD ma su questo post il commento è d’obbligo! Prometto che sarà l’ultimo dei commenti troppo lunghi che scrivo!
    A me il finale è piaciuto molto.
    Mi ha sorpreso perché mi aspettavo proprio altro. La scelta narrativa non sarà brillante o innovativa, ma l’ho trovata in linea con il lavoro che Sadamoto ha svolto finora, così come l’atmosfera stessa leggera del capitolo.
    Personalmente, leggendo lo stage e mettendo insieme i pezzi del manga, ho avuto due sensazioni:
    1- La prima è che secondo me, questo finale riunisce in senso meta-narrativo, l’EoE e il finale tv. A livello simbolico l’ultimo stage, è il ritorno alla realtà vera, la quotidianità di tutti i giorni che ognuno di noi vive, senza escapismo e senza cose che non esistono. In ciò si ha finalmente la chiusura del cerchio.
    Il finale tv spiegava solo il messaggio, mentre l’EoE spiegava come avveniva il perfezionamento (spiegando i misteri della serie, che il finale tv non chiariva) e si chiudeva con significato uguale, secondo me, a quello tv (la carezza di Asuka rappresentava la volontà di imparare a comprendersi a vicenda, e “Nigecha dame da!”). Il problema, forse è che la conclusione era troppo ermetica, troppo filosofica.
    Lo stesso Anno ha dichiarato che con la con la conclusione della serie, ci fu l’esplosione del fenomeno Eva, proprio quello che lui non voleva, una cosa che andava al di là del semplice divertimento, era una vera ossessione, perché la serie aveva evidentemente generato un immaginario straordinario: Angeli, robot giganti che dopo 5 minuti si spengono, ma poi vanno in follia,tette, anime, porte del Guf, lucette colorate, discorsi intellettuali,tette, viaggi mentali, animazione sperimentale, Progetto di perfezionamento, tette etc. Insomma l’otaku aveva trovato il tesoro, altroché “Nigecha dame da!”.
    Motivo per cui il Rebuild non è gonfiato come la serie originale, ma sembra essere più un divertimento caciarone e colorato (con le tette), senza prendersi troppo sul serio.
    Ed è proprio in questo discorso che credo si possa inserire il finale del manga.
    C’è sia il perfezionamento pratico, come nell’EoE, sia il senso del finale tv. Questa volta non è ermetico, questa volta non ci sono misteri non chiarificati. Questa volta è tutto chiarito in modo molto semplice, ma genuino, molto oltre le mie aspettative.
    In effetti mi aspettavo uno Shinji che si risvegliava in spiaggia, con la neve che cade, e nel mentre altri ragazzi e ragazze che si risvegliano. Poi vari sfondi del mondo ripristinato, e infine qualche dialogo conclusivo. Ma così Shinji sarebbe stato troppo eroico, e poi avrebbe dovuto ricostruire il mondo insieme agli altri ragazzi. Ma chi di noi si sveglia la mattina e aggiusta il mondo in modo così scenico, portando tutto sulle sue spalle? Nessuno. Soprattutto sarebbe stato, l’ennesimo finale dall’immaginario notevole.
    Invece Shinji torna nella realtà, una realtà vera, quella di tutti i giorni, con gli esami di scuola, con le metro strapiene, con le stagioni e così via, e credo che sia davvero molto meglio così. Molto più normale.

    2- La seconda questione, riguardante lo stage conclusivo, è il piano narrativo interno alla storia in sé.
    Come giustamente hai sottolineato, ci saranno varie “interpretazioni plausibili del finale del manga”.
    La mia si riallaccia ad una frase detta da Yui nello stage 95, rivolgendosi a Shinji:

    “Ti guarderò da lontano, e continuerò sempre anche quando tu morirai e rinascerai di nuovo, innumerevoli volte.”

    Io non ho la minima idea di quanto il concetto di tempo ciclico, di vite precedenti sia radicato nella cultura orientale, ma se lo è molto, non mi stupirei affatto del finale del manga.
    Il Buddismo con il concetto di “Samsara”, il ciclo di morti e rinascite (se non ricordo male, il Dalai Lama viene scelto sulla base dei suoi ricordi sulle sue esistenze precedenti) mi sembra il perno su cui si regge questo stage. La realtà conclusiva creata da Yui tramite l’Evangelion 01 e la lancia di Longinus, riscrive la storia precedente al third impact nella mente e negli avvenimenti storici come se fosse una realtà parallela.
    Tuttavia la realtà regalata da Yui non è parallela, ma secondo me è sovrascritta a quella precedente. Per questo motivo ci sono il GeoFront della Nerv (probabilmente sotto il Giappone, come illustrato nello stage 94), le reliquie della serie degli Eva e il pendente di Misato.
    È una “vita precedente”, di cui nessuno ha memoria, un po’ come le rinascite del Buddismo. Di fatto non è importante che questa sia una realtà sovrascritta, ciò che conta è che (volume 8) “ogni luogo può essere un paradiso se si desidera vivere”.
    Solo io vedo una coerenza narrativa? Ho letto alcuni post su Evageeks, in cui molti pensano che questa trovata, non sia in linea con il senso di Evangelion (non fuggire nonostante i problemi) e non sia allacciata in senso narrativo al resto della storia (domande del tipo: ma allora il Third impact non è avvenuto? Nemmeno il second? E Adam, Lilith dove sono in questa realtà?).
    A me sembra chiaro che il third impact ci sia stato, e che l’umanità sia nata da Lilith, a partire dalla linea temporale originaria. Il fatto è che poi si sono tutti dissolti in LCL. Quando Yui ha ripristinato il mondo (con le stagioni etc), dice che “chiunque immagina se stesso, nel profondo del proprio animo, riuscirà a tornare a vivere come individuo”.
    A questo punto immagino, ma questa è solo una mia speculazione, che la vita sia rinata e sia poi giunta al punto visto nello stage finale.
    Ma qui credo sia da prendere il senso simbolico del finale, ciò che è fondamentale è la consapevolezza che Shinji porta dentro di sé, una motivazione che ha maturato nella sua vita precedente, e allo stesso modo, credo che tutte le anime ritornate portino un “bagaglio”, della propria vita precedente, anche l’Asuka finale mi è sembrata molto più chiarita con se stessa, così come appariva nel volume 13.
    Poi Shinji lo esplicita nel suo dialogo interiore: “farò del mio meglio, andrò avanti nel mio cammino, nonostante la pioggia e il vento”. Mi sembra che sia uno Shinji, pronto ad andare avanti no?
    Tutto questo mi ricorda la conclusione del film: “La città incantata” di Miyazaki, o il finale di “Abenobashi”, o la conclusione di libri come: “La storia infinita” e “Alice nel paese delle meraviglie”, dove, se non ricordo male (ma potrei sbagliarmi), i vari protagonisti tornano nel loro mondo, non ricordando ciò che hanno vissuto nel luogo magico, ma tuttavia sono rafforzati da una nuova motivazione/spinta, nel loro animo.

    Comunque anche nel Rebuild, nel finale Kaworu dice a Shinji una frase di questo tipo:
    “Quello che è stato modificato da un Eva, può essere riportato indietro da un Eva” e poi
    “Anche se le anime spariranno, speranze e maledizioni rimarranno in questo mondo. L’intento è impartito al mondo come informazioni e continua a cambiare. Col tempo, anche il mio vero io sarà riscritto.” Sembra proprio il loop di morti e rinascite, per imparare dalle proprie esistenze precedenti.
    In definitiva, l’intero lavoro di Sadamoto mi è piaciuto, e anche le varie gag disseminate qua e là, sto iniziando a rivalutarle. Un’opera più leggera di quella di Anno, ma con lo stesso messaggio formativo di fondo, che ho apprezzato con piacere.
    Congratulazioni Sadamoto, dopo un’era geologica ce l’hai fatta X’D
    PS: i disegni finali sono proprio belli e certo che avrebbe potuto disegnare qualche altra tavola eh, dopo 18 anni fare altre 20 pagine per arrivare a 176 non sarebbe stato un problema!
    PS2: grazie per la citazione nel post! :D
    A voi è piaciuto? Come lo avete interpretato? Spero davvero in qualche extra nel volume 14 nostrano…
    Scusate il post gigante, ma dopo 18 anni ci voleva XD
    A presto! Prossimo obiettivo: Final

  2. Meriri scrive:

    Onestamente trovo che il finale sia stato abbastanza deludente… Trovo che sia in aperto contrasto con il messaggio di Eoe. Immagina quante persona hanno avuto la propria memoria cancellata/ricordi modificati e le conseguenze che questo ha su di loro. Le implicazioni di un finale simile sono troppe per renderlo sensato anche solo a livello teorico…

    SPOILER

    Che cosa ricordano Shinji e Asuka delle esperienza che hanno avuto? Nulla, apparentemente. Ma qualcosa deve esserci al posto dei ricordi legati agli Eva (Asuka ha vissuto 10 anni a contatto con quel mondo). Questi nuovi (finti) ricordi sono inevitabilmente condivisi con altri individui, che di conseguenza hanno acquisito diversi ricordi e via così, fino al punto in cui nessuna persona è quella che era precedentemente (rapporti cancellati, esperienza alterate e così via…). Dal mio punto di vista si tratta di un’enorme mancanza di rispetto nei confronti di tutti i personaggi e una privazione di una libertà fondamentale degli uomini, i cui nuovi ricordi sono stati “impiantati” forzatamente.
    Shinji e Asuka avrebbero dovuto imparare a vivere ed andare avanti senza ricevere questo tipo di “aiuto”…

    La presenza degli Eva e l’implicare che Shinji sembra riconoscere Asuka, rende impossibile pensare che si tratti semplicemente di un’altra realtà e essenzialmente prova che gli eventi sono realmente accaduti in quello stesso mondo. Conseguenza logica è che i nuovi ricordi siano semplicemente falsi (non vedo come ciò possa essere considerato positivo, onestamente…)

    L’unica cosa che ho apprezzato è il fatto che, dopo 18 anni, Asuka e Shinji si sono incontrati per la “prima” volta di nuovo (ne ho apprezzato l’ironia ovviamente…)

    A questo punto spero Sadamoto aggiungerà un epilogo nel volume (il numero di pagine sarebbe anche adatto). Non che un epilogo possa sistemare più di tanto…

  3. hikarihoraki scrive:

    Io non amo il manga nè l’ho mai amato, però secondo me non c’è contraddizione tra lo stage finale e il resto della storia raccontata da Sadamoto: il tono è dichiaratamente più semplicistico e leggero, quindi non si dovrebbe a tutti i costi voler paragonare questo finale a quello della serie Tv o di EOE, di spessore maggiore così come lo era stato tutta la narrazione.
    Perchè il manga avrebbe dovuto diventare improvvisamente introspettivo?
    In più, ho trovato molto carina la trovata della “stretta di mano”, estremamente caratteristica sia del manga che dell’attuale Rebuild…
    A livello narrativo, c’è da dire che un finale positivo sembra quasi sempre banale e semplicistico e che è molto difficile fare un bel “lieto fine” senza essere accusati di aver ridotto la storia a qualcosa di misero. Devo aggiungere che in realtà io trovo dei nessi abbastanza lineari e logici tra finale del manga, finale della serie TV e finale di EOE:
    l’AU che avevano prospettato a Shinji nel finale TV non era forse il mondo che avrebbe potuto avverarsi senza paure e senza chiudersi in se stessi rifiutando gli altri? E anche Yui nell’EOE promette qualcosa di speranzoso e positivo (che poi sembra non realizzarsi in One more Final).
    Il finale del manga riprende quel mondo alternativo dell’episodio 26 TV in modo meno scanzonato, tant’è che come monito per l’umanità restano gli Eva series.
    Non è poi così vero che Shinji non ricordi nulla di quanto accaduto e non perchè gli sembra di riconoscere Asuka, ma perchè porta con sè il ricordo di non essersi mai abbandonato a sogni e speranze e giunge alla conclusione di non aver mai visto la speranza perchè non l’ha mai cercata.
    L’insegnamento gli resta, mi pare, no?
    Che poi abbia imparato a convivere con i traumi della vita (ad esempio, nel finale Shinji resta orfano di madre e, a quanto pare, non c’è traccia del padre: il perchè poco importa) non mi sembra una cosa così strana: è il premio per essersi riconciliato con se stesso e per aver cominciato ad amarsi.
    Se proprio devo dirla tutta, nonostante io ami follemente quel maledetto finale, è “One more Final” il più lontano da quanto raccontato, in modo sicuramente più profondo e serio, nel corso dell’EOE.
    E’ ciò che sembra sconfessare, secondo me, tutto il ragionamento e la promessa finale di Yui.

  4. Meriri scrive:

    Guarda, non avrei avuto nulla contro un finale in cui il mondo viene sistemato e Asuka, Shinji e gli altri sopravissuti hanno l’occasione di continuare a vivere senza problemi, memori delle esperienze avute.

    L’obiezione principale è legata al “lavaggio del cervello” subito da ogni persona e le conseguenze che questo ha sui rapporti e ricordi di quelle stesse persone (che diritto ha Yui o chi per lei di far dimenticare Misato, Toji e tutti gli altri a Shinji? E le esperienze condivise con loro?). Che cosa c’è nella mente di Asuka e Shinji dove prima c’erano ricordi legati agli Eva? Falsi ricordi impiantati da Yui(?). Non ce n’era bisogno. Eoe chiedeva ai due di accettare se stessi, Premesso che i ricordi e le esperienze avute sono ciò che ti rendono quello che sei, nessuno dovrebbe ricevere un premio per essersi riconciliato con se stesso (la riconciliazione dovrebbe di per sè essere il premio, che poi è il motivo per cui Eoe non fornisce un finale troppo “positivo”) in particolar modo quando quello stesso premio va a modificare artificialmente ciò che ti rende chi sei…

    Capisco che l’idea è che Shinji sia cresciuto e sia divenuto più maturo, ma non c’è nessuna spiegazione che possa ragionevolmente giustificare la necessità di cancellare i suoi ricordi poichè (ancora una volta), a meno che non abbia il vuoto più completo al loro posto, ci sono in lui ricordi di eventi che non sono mai realmente avvenuti. E cos’è questo se non un vivere in una comoda bugia?

    Credimi che avrei veramente voluto un finale positivo e leggero, ma non in questo modo (ero assolutamente contro un altro finale introspettivo…).

  5. Simone scrive:

    Capisco ciò che intendi, ma, secondo me, non è come la stai interpretando.
    Tutto è andato come è andato, cioè Lilith e Adam sulla Terra, Lilith genera l’LCL che piano piano nei millenni si addensa, tramite l’AT-field, in forme di vita, cioè i Lillim.
    Questi si evolvono e dopo milioni di anni ci sarà anche il genere umano.
    Con il Third Impact, tutti i corpi dei Lilim tornano ad essere LCL, mentre le loro anime vengono portate all’interno di Lilith, che è la camera del Guf, passando attraverso i fori sulle sue mani, che Fuyutsuki definisce infatti le “porte del Guf”. Questo sia in EoE che nel manga.

    Continuando ad andare avanti, nello stage 93 (il mare della vita) c’è il disegno dove Shinji vede le anime librarsi, all’interno di Lilith, e alla pagina successiva ci vengono mostrati tantissimi baloon con le varie sfumature emozionali umane, ed infine nella pagina ancora dopo ci viene mostrato come tutto quanto venga ridotto ad un unicum senza individualità e senza pensieri, infatti lo sfondo diventa tutto bianco e si vede solo Shinji, che è l’unico rimasto, così come il piano di Yui prevedeva.
    Mi pare evidente che questo processo da solo, indichi che sono morti tutti, e di conseguenza nessuno può ricordare la sua vita, d’altronde i ricordi sono memorizzati nel cervello, che però si è dissolto in LCL (essendo parte del corpo).
    Le anime degli individui in Evangelion, sono i luoghi che conservano il proprio Io più profondo e le emozioni, infatti come dice Kaworu ” l’at-field è il sacro dominio che non può essere violato da alcuno, la luce dell’animo. Dovresti sapere anche tu (Shinji) che gli at-field sono le mura dell’animo che tutti possiedono”. Ma una volta venuto meno l’at-field tutte le anime divengono una sola in Lilith, di modo che non vi sia più individualità ed emozioni singole, ma di modo che tutto sia ovunque e quindi in nessun luogo (come dice Rei).

    Quando Shinji rifiuta il perfezionamento, permette alle anime di fuoriuscire da Lilith, e quindi permette che sulla Terra rinascano le forme di vita di tipo individuale, come ad esempio quella umana. Non può tornare tutto come prima, è stato già tutto cancellato dal Third Impact.
    Se la Seele voleva il Third Impact per tornare a Lilith, e se Gendo voleva l’impact per fondere tutto dentro lo 01, in entrambi i casi si veniva a generare una esistenza in cui tutte le anime sono complementate e quindi prive di turbamenti e di individualità. Ma questo è escapismo, sia nella serie tv, che nell’EoE, che nel manga.
    Viceversa ciò che dice Evangelion e in particolare, a livello pratico, ciò che è il piano di Yui, è permettere l’esistenza di forme di vita individuali con la speranza che in futuro imparino a comprendersi a vicenda (come dicono Rei e Kaworu in EoE) senza ferisci a random, ma comprendere quanto l’animo sia fragile, e quindi meritevole d’affezione, di protezione, di cura (take care of yourself) ovvero il “Ti voglio bene” disinteressato di Kaworu nell’anime.
    Notare anche che lo stesso Kaworu in EoE dice “siamo le parole ti amo” che ho sempre inteso come quel tvb della serie… insomma è come “ama il tuo prossimo come te stesso” Cristiano, e se uno prima di tutto non ama se stesso chiaramente non può donare amore agli altri… nella serie tv “le persone che odiano se stessi non sono in grado di amare ne di credere nel loro prossimo […] ma conoscendo se stessi si può essere gentili”.
    A questo punto nella serie tv è chiaro che non sono i ricordi e i legami tra i personaggi, ciò che è importante in Evangelion, ma è il piano meta-narrativo, e quando Shinji grida “ma se io non trovo me stesso come potrei averne cura?” e quasi a risposta nell’EoE gli dicono “pertanto devi ritrovare il tuo io perduto con le tue sole forze, anche se dovessi smarrire le tue parole o venire sommerso dalle parole degli altri” e quindi quando ti ritroverai “abbi cura di te stesso”.

    Nonostante la serie tv e l’EoE siano superiori al manga, è evidente che tutto questo si ritrovi anche se molto alleggerito, e molto meno esistenzialista, anche nella versione cartacea, come ha sottolineato Hikari, di cui condivido il commento. C’è tutta la tematica del contatto orchestrata da Sadamoto per dire in maniera speculare ciò che l’anime intendeva con il “comprendersi a vicenda”.
    Detto tutto questo, nel finale del manga l’obiettivo di Evangelion in senso meta.testuale così come l’obiettivo/speranza di Yui in senso pratico si concretizzano. L’umanità potrà tornare a vivere in forme di vita individuali, questo è l’unica ragion d’essere di Evangelion, così come Anno lo ha concepito negli anni 90 e così come alla fine Sadamoto ha trasposto (inventando di suo e alleggerendo) nel manga.

    Dopo il Third Impact, davvero si pensa che le persone tornando in vita riacquistino i ricordi?
    Questa è una visione occidentale della rinascita, dove si nasce, si muore e si rinasce sempre uguali a se stessi. Invece, come ho scritto nel commento precedente, credo che bisogna calarsi nel pensiero orientale, perché tale è il contesto in cui questa storia è stata realizzata.
    Nel Buddismo, ma in molte altre filosofie e/o religioni orientali, tutti gli esseri senzienti sono calati all’interno della ruota dell’esistenza, un infinito ciclo di morti e rinascite dell’anima (l’anima). Accumulando Karma negativo in una vita, in quella successiva le condizioni saranno peggiori, mentre accumulando Karma positivo le condizioni della vita successiva saranno più favorevoli. Anche Chihiro nella città incantata non si ricorda più di Haku, ma nel suo animo c’è una nuova consapevolezza. Questo è proprio un modo orientale di pensare.
    Il fatto è che la domanda potrebbe essere: quanto un’anima mi appartiene? La mia anima è mia, è cioè rappresentazione di me, o è parte di qualcosa di più grande? (non sto parlando di Dio, ma in generale)
    In Evangelion sembra che l’anima sia caratterizzante dell’individuo, che scrutando in essa, può immaginare e ripristinare se stesso (Yui 95) in forma individuale.
    Il punto è che nel manga non è mostrato alcun passaggio dallo stage 95 al last stage conclusivo, e di fatto mancherebbe il modo con cui la vita individuale ritorna a crearsi sulla Terra (e in questo sono d’accordo con Meriri che Sadamoto si poteva sprecare a fare qualche altra pagina). Quindi la vita rinata dopo il Third Impact che cos’è? E’ il ciclo successivo, le anime hanno ripristinato gli AT-Field, e hanno ripreso forma individuale. Seguendo il concetto del Karma, ogni anima porta con sé una nuova consapevolezza interiore (non dei ricordi, che si sono dissolti nel Third Impact) a seconda di ciò che ha appreso nel ciclo vitale precedente.
    Non è che questo nuova vita sia finta, è che è proprio nuova.
    Quali sono i genitori che hanno concepito il corpo in cui si va a depositare l’animo di Shinji in questo ciclo vitale? Forse sono altri genitori, d’altronde Yui e Gendo sono in viaggio di nozze tra le stelle…che romanticoni! :-) Tutto ciò che l’anima di Shinji si trova dinnanzi nel nuovo ciclo è una condizione, un ambiente simile a quello precedente (abita con gli zii, quindi anche qui ha perso i genitori), ma se nel primo ciclo Shinji diceva “cosa sarò da grande, non ho mai avuto ne sogni ne aspirazioni…potrei morire e non mi importerebbe”, ora in questo nuovo ciclo, grazie a tutta la consapevolezza che l’animo di Shinji ha appreso, ha maturato nella vita precedente, lui dice “cosa sarò da grande, non ho mai avuto ne sogni ne aspirazioni, però forse non ho mai cercato la speranza. Sì, farò del mio meglio, anche se nel mio sentiero ci saranno pioggia e vento, io andrò avanti, perché il mio futuro è dinnanzi a me”.
    A questo punto è semplice pensare che lo stesso valga per tutte le altre anime liberate dalla Camera del Guf, tutto ciò che hanno appreso nella vita precedente, è il pattern, è scritto nella loro anima, e di conseguenza avranno una nuova consapevolezza in questa nuova vita.
    Questo è Evangelion tanto nella serie tv, quanto nell’EoE, quanto nel manga. A me sembra davvero lo stesso messaggio, e mi sembra anche coerente a livello narrativo. Le anime acquistano nuova consapevolezza, anche se i ricordi da un ciclo all’altro si perdono. E’ triste che Shinji non ricordi Yui, Misato, Asuka, Kaji, etc. ma ogni luogo può essere un paradiso, se si desidera vivere, e tante sono le anime meritevoli d’affezione, ad ogni essere umano può essere dato il bene disinteressato di cui parla Kaworu. Questo è il senso secondo me. Lungi dal volerlo imporre agli altri eh :-)
    Take care of yourself e My purest heart for you.

  6. Simone scrive:

    Come se il commento non fosse già abbastanza lungo (ho già violato la promessa XD), aggiungo che stando tutto ciò che ho scritto, non c’è nessun impiantamento dei ricordi (nel commento che avevo scritto l’altro giorno, non mi era ancora chiara la struttura del finale), non c’è nessuna realtà fittizia. E’ la vita individuale che è rinata sulla Terra, e le anime si sono inserite in nuovi corpi (l’anima di Shinji si è inserita nel corpo concepito da 2 persone, che non sono più Yui e Gendo) e tramite il muro dell’anima (l’at.field) tale io è mantenuto in forma singolare, senza sbrodolare in LCL.

  7. Meriri scrive:

    Capisco, anche se non concordo con la tua visione (o meglio non concordo che il messaggio sia lo stesso).

    Mettiamo che il ciclo sia completamente nuovo, che il nuovo Shinji abbia avuto una vita completamente diversa, ma allo stesso tempo porti con sè una rinnovata consapevolezza di sè. Quello che stai dicendo è che, essenzialmente, gli esseri umani hanno avuto una seconda possibilità, non di continuare a esistere, ma di rinascere come specie (dall’inizio). In questo senso si spiegherebbe (più o meno) anche il fatto che gli Eva si siano fossilizzati. Potrebbe essere passato molto tempo dagli eventi del capitolo precedente. Ha senso, se visto in questo modo, ma è anche in contrasto con Eoe, in cui Asuka e Shinji sono tornati nello stato in cui erano poco prima dell’impact (Asuka è bendata nei punti in cui si era ferita nel corso della battaglia), in un mondo che dovrà affrontarne le dirette conseguenze. La scelta di Eoe era una scelta di autoaffermazione individuale (che ogni persona ha potuto compiere, dopo Shinji), di certo non un restart paragonabile al manga. Il finale della serie tv è in linea con Eoe, e mostra lo stesso processo, diversamente solo a livello formale.

    Finale manga:
    Grazie a Shinji l’intero genere umano ha l’occasione di rinascere dal principio, forte delle esperienze maturate nel corso del ciclo precedente.
    Scegliere di ricominciare.

    Finale Eoe:
    Grazie a Shinji, ogni persona ha, individualmente, l’occasione di ritornare e continuare a vivere nello stesso ciclo.
    Scegliere di andare avanti.

    Credo che per un’opera che si prefigge l’obbiettivo di essere un viaggio di formazione e accettazione personale, il finale di Eoe sia di gran lunga più adatto (e mi dispiace perchè avrei apprezzato di più un finale positivo). Non solo, il finale del manga tradisce, in un certo modo, la natura maggiormente privata/intima della scelta finale di Asuka e Shinji in Eoe: nonostante il dolore e le difficoltà della vita, entrambi scelgono di andare avanti (se non sbaglio hanno una battuta condivisa che dice qualcosa del tipo: “Se imparo ad amarmi/accettarmi/conoscermi, forse potrò imparare ad essere gentile/amare gli altri”).

    Cmq sia, ammetto che è forse un mio limite personale. Non riesco a vedere la crescita di Shinji (o chi per lui) come legittima, se comporta che, in un modo o nell’altro, le esperienze e i ricordi che ha siano diversi. Per quanto sia chiaro che Sadamoto voglia comunicare che il nuovo Shinji è diverso grazie alle esperienze acquisite nel ciclo precedente, (a livello puramente psicologico) nel momento in cui la sua intera vita è stata diversa, chi ci dice che non sia stato semplicemente il tipo diverso di vita da lui vissuta a cambiarlo (senza nessuna influenza dalla vita precedente)? Specialmente in un’opera che ha profonde radici nella psicologia (probabilmente una delle poche che va a scavare nel subconscio dei personaggi, individuando l’origine e la natura di problemi che i personaggi stessi non si rendono consciamente conto di avere) mi risulta difficile accettare una simile risoluzione. Se il nuovo Shinji ha vissuto una vita migliore, ha conosciuto o fatto cose diverse, allora non è strano che anche la sua mentalità sia diversa e soprattutto non è prova di crescita interiore. Cambiare mentalità e continuare a vivere, memori delle proprie esperienza passate, è la vera prova.

    Detto ciò, rispetto la tua visione e la trovo sensata.
    Probabilmente la differenza di mentalità che percepisco nei due finali è semplicemente dovuta al fatto che sono stati scritti da due persone diverse, anche se il messaggio che hanno cercato di comunicare è lo stesso.

  8. Simone scrive:

    Ora mi è anche più chiara la differenza che intendi tra finale manga e finale anime (tv+EoE).
    Nel mio commento ho cercato di dare un senso a ciò che ha scritto Sadamoto, dal third impact al ciclo vitale successivo, e da quello che hai scritto, sono contento di essere riuscito a farti arrivare la mia interpretazione.
    Nel manga c’è questa sorta di restart in un nuovo ciclo, mentre nell’anime si continua da dopo il third impact nello stesso ciclo.

    In tal senso Sadamoto è stato più narrativo, più legato a certe questioni “fisiche”; evidentemente ha pensato che se erano tutti LCL, dovevano per forza rinascere in un nuovo ciclo (se hai visto Ideon, da cui Anno ha preso ispirazione per NGE, noterai che il finale del manga di Sadamoto somiglia molto di più al finale di Ideon Be Invoked… lo trovi su You tube), mentre Anno è stato più simbolico, e come dici giustamente fa ritornare le persone nello stesso ciclo, per farle continuare a vivere nello stesso luogo e con le stesse esperienze e ricordi. Su questo sono d’accordo.

    Non condivido invece quando dici “chi ci dice che il cambiamento di Shinji non sia stato semplicemente dovuto al tipo diverso di vita da lui vissuta?”
    Questo per un semplice motivo narrativo, cioè è ovvio che il last stage serve solo solo per riproporre la scena del prologo del primo volume, con Shinji che chiedendosi cosa farà da grande, all’inizio del fumetto risponde in un modo, e poi invece alla fine risponde in modo più positivo. Lo Shinji nuovo avrà fatto la stessa vita dello Shinji vecchio fino a prima che questi vada alla Nerv (quindi ha vissuto con zii etc.), ma la sua anima era diversa perché maturata nel ciclo precedente.
    Cioè non esageriamo a dar vita propria ai personaggi di un fumetto o di un cartone animato, non è che loro fanno delle cose da soli, sono solo disegni il cui significato è palesato dall’autore, e lì finisce la cosa.

    Comunque credo che per i giapponesi sia un modo analogo al nostro per fare le storie di formazione (non sono un’esperto, ma ho notato che ci sono varie opere strutturate in questo modo, come “la città incantata” “Abenobashi”, “Ideon” e forse anche altre), e tornando al finale del manga, ciò che conta è che alla fine Shinji decida di rifiutare il perfezionamento e ripristinare la vita individuale, con l’obiettivo di comprendersi a vicenda (il contatto delle mani).
    Capisco però quello che intendi, e mi dispiace che non ti sia piaciuto perché dopo 18 anni che va avanti, se fossi stato nella tua situazione e non mi fosse piaciuto mi avrebbe dato fastidio sicuramente…
    Ad ogni modo, trovo che questa discussione sia stata davvero molto interessante :-)

  9. hikarihoraki scrive:

    Io condivido pienamente tutto il discorso di Simone sulla teoria delle rinascite, sarà perchè ho interpretato il finale del manga al suo stesso modo, cioè come se tutta l’umanità si fosse resettata e avesse rivissuto tutte le età della Storia per poi arrivare al tempo in cui è ambientato l’ultimo stage. D’altra parte, anch’io come Simone ho dato per scontato che fosse passato un tempo X tra il Third Impact e la scena finale.
    A questo proposito non mi è chiara un’affermazione di Meriri.
    Cito: “ma è anche in contrasto con Eoe, in cui Asuka e Shinji sono tornati nello stato in cui erano poco prima dell’impact (Asuka è bendata nei punti in cui si era ferita nel corso della battaglia)”.
    Intendi che, a differenza del manga, in EOE non sia passato tempo tra la fine dell’Impact e One More Final? Se è così, trovo affascinante che io abbia invece inteso anche per quell’ultima scena che fosse passato tempo tra la fine del perfezionamento e il “ritorno” alla vita… Anzi, l’ho proprio dato per scontato ^^
    Sarà che mi hanno fregato fin da subito le pietre tombali (una con la croce di Misato) e ho sempre abbracciato l’ipotesi che fosse passato un certo lasso di tempo.
    E infatti lì i miei dubbi sono sempre stati sul perchè Asuka e Shinji siano sdraiati sulla spiaggia come se si fossero appena “svegliati” e sul perchè Asuka sia bendata (anche perchè se il corpo era disciolto nell’LCL che senso ha che lei sia tornata con le sue ferite? E chi l’avrebbe fasciata?).
    One more final rimarrà sempre il mio dramma!

  10. Meriri scrive:

    Beh, un po’ di tempo è probabilmente passato. Sufficiente a permettere a Shinji di contruire la tomba per Misato. Personalmente, credo che Shinji (e Asuka) fossero svegli da un po’ (specialmente Shinji, che potrebbe benissimo aver trascorso del tempo completamente solo). Se non ricordo male vediamo proprio la scena in cui Shinji emerge dal “mare”, prima di “One more final”. Quando dico “lo stato in cui erano poco prima dell’impact”, mi riferisco al fatto che sono tornati nello stato precedente alla trasformazione in LCL. Nel caso di Asuka, con le ferite subite nel corso dello scontro (Shinji stesso torna indietro con la sua divisa, nonostante avesse trascorso “To you…” senza indossare nulla). Stessa cosa vale per il loro stato psicologico: Shinji ancora instabile e Asuka che riconferma di essere una persona diversa, maturata grazie alla madre (dimostrandosi in grado di “accettare” finalmente Shinji). Poi se Asuka sia tornata già bendata o l’abbia bendata Shinji (dubbio, ma possibile) non si può sapere per certo. Non si può nemmeno determinare esattamente il tempo trascorso, ma senza alcun dubbio non si può parlare di un ciclo completamente nuovo (come nel manga). Questo è il contrasto a cui mi riferivo.

    Alla luce del finale del manga, l’idea che RoE possa essere veramente un sorta di sequel comincia ad essere più plausibile (anche se continuo a sperare che non sia questo il caso).

  11. Meriri scrive:

    quote:”Non condivido invece quando dici “chi ci dice che il cambiamento di Shinji non sia stato semplicemente dovuto al tipo diverso di vita da lui vissuta?””
    E’ per questo che ho aggiunto prima della domanda (a livello puramente psicologico). A livello narrativo il messaggio è chiaro.
    La mia obiezione era semplicemente che risulta un po’ paradossale attribuire una crescita personale di un personaggio, all’interno di un’opera tra i cui generi vi è quello psicologico, ad un concetto che ha poco (o nulla) a che fare con la psicologia.
    (Ricorda poi che se il padre e la madre di Shinji non sono mai stati coinvolti nel progetto Eva, è impossibile che la sua vita sia stata la stessa).
    Tutto qui, non si tratta certo di un problema troppo grave.

  12. Simone scrive:

    In effetti è curioso che Asuka sia bendata, a meno che nell’entry plug dello 02 non ci fosse una cassetta di pronto soccorso XD
    A parte gli scherzi, concordo con l’idea che siano tornati nel loro status pre-impact, dopo un breve lasso di tempo (direi al max qualche giorno). In questo senso mi riallaccio al post che avevate pubblicato, sui finali alternativi A e B dell’EoE. In uno c’era addirittura Shinji da solo. Un finale davvero d’effetto, con una frase enorme: “Sono ancora vivo, quindi è meglio se tento di rimanerlo.”
    Tornando a One more final, si ricrea esattamente la stessa situazione da cui è scaturito l’impact, cioè la scena in cucina quando Shinji e Asuka “discutono”, e lui la strangola al suo rifiuto di aiutarlo.
    Nella spiaggia, Shinji la strangola, ma lei non dice un secco “no!”, come in precedenza, ma lo accarezza, e lui piange. Una metafora per esprimere la volontà, il primo tentativo, di cercare di comprendersi a vicenda, nonostante la difficoltà intrinseca della cosa.
    Se One more final è il sugo, e il finale tv (cielo azzurro e happy ending) è la besciamella, in totale il significato del finale, l’ho sempre visto come la mescola di questi due, come quando si prepara la lasagna. XD
    Questo perché nella vita di tutti i giorni, ci sono sia difficoltà che cose piacevoli mixate tra loro. Ma è anche evidente come questo messaggio sia limitato ad un certo tipo di pubblico, in particolare l’otaku jappo; per le persone che vivono in paesi in cui vi è la guerra, credo sia davvero molto complicato andare avanti, rispetto a chi, semplicemente ha solo dei complessi mentali.

  13. geofront scrive:

    Non avete avuto l’impressione che invece Shinji ricordi tutto perfettamente?

  14. Simone scrive:

    Sì, in effetti all’inizio ho avuto questa sensazione, soprattutto quando Shinji incontra Asuka e arrossisce… che poi sempre in quel punto, quando Asuka se ne va, Shinji balbetta “a-aspe–aspetta”, come se si fosse trattenuto dal rivelarle tutto.
    Alla fine però tutta questa cosa mi sembrava troppo strana e ho interpretato diversamente, come ho scritto anche negli altri commenti… ad esempio i vari personaggi, potrebbero avere dei déjà vu, del loro ciclo precedente, ma ricordi veri e propri non credo; quindi ad esempio Shinji potrebbe aver avuto un flash vedendo le reliquie degli Eva e una sensazione di famigliarità con Asuka, che però nemmeno lui si sapeva spiegare…però queste sono solo mie speculazioni eh XD

  15. geofront scrive:

    Guarda, avendo letto prima la sinossi avevo giudicato il finale deludente e semplicistico, ma più vedo le tavole più mi convinco che lui -e solo lui- sia conscio del passato. Mi piacciono molto le facce che lui fa, con tanto di gocciolone, quanto vede Asuka, Kensuke e le “reliquie” della Serie degli Eva.
    Anche il fatto che chieda ad Asuka se si siano già incontrati mi è sembrato come un voler sondare se lei avesse ricordi, e mi è piaciuta molto la sua reazione al ringraziamento di Asuka per essere stata (prontamente, stavolta!) salvata.
    Toccante anche il fatto che sembra sia tornato solo chi non era morto prima del Perfezionamento. Lì per lì ci sono rimasto male che Shinji abbia incontrato solo Kensuke e non Toji, ma ripensandoci ha perfettamente senso.
    Comunque quelli di Shinji mi sembrano pensieri ricchi di una profonda consapevolezza, e di una raggiunta crescita, non solo frutto di qualche déjà vu, e l’ultima tavola in questo senso è davvero spettacolare. Mi sembra che questa sia un’interpretazione più vicina al messaggio complessivo, o comunque mi piace pensarla così ;)

  16. Simone scrive:

    Sarà per via dell’aria Natalizia, che facendomi venire in mente la neve mi ha portato a rileggere dopo un bel po’ di tempo l’ultimo stage del manga.
    Da giugno ad oggi credo di aver metabolizzato il finale e forse potrei proporre una nuova interpretazione. Cercherò di sintetizzare.
    1. la mia prima interpretazione a caldo, era che Yui/Eva01 avesse sovrascritto un nuovo mondo su quello vecchio. Le persone portavano dentro di loro la consapevolezza maturata nel ciclo precedente, ma a causa della sovrascrittura non ricordavano nulla del vecchio ciclo.
    2. la mia seconda interpretazione, non vedeva nessuna sovrascrittura, ma piuttosto il mondo e la vita erano rinati dopo vari millenni (alla Ideon), e l’eventuale maturazione delle persone nel nuovo ciclo (in particolare mi riferisco a Shinji e al suo monologo nel last stage), trovava spiegazione sul piano spirituale: gli insegnamenti del ciclo precedente venivano conservati nell’animo, secondo le leggi del Karma.

    Per me l’anime e il manga dovevano fornire lo stesso messaggio, lo stesso contenuto finale, pur differendo nella forma e per questo, con la seconda interpretazione, cercavo proprio di proporre un punto di vista in questa direzione.
    Tuttavia, come giustamente osservava Meriri, chi ci assicurava che Shinji2 fosse maturo grazie alle esperienze di Shinji1? E ancora:
    – in EoE grazie a Shinji, ogni persona ha, individualmente, l’occasione di ritornare e continuare a vivere nello stesso ciclo, prendendosi le responsabilità e scegliendo di andare avanti.
    – nel finale del manga questa cosa sembra tramutarsi in un: grazie a Shinji l’intero genere umano ha l’occasione di rinascere dal principio, forte delle esperienze maturate nel corso del ciclo precedente, quindi una sorta di seconda chance, ovvero ricominciare.

    Beh, rileggendo il final stage (e tutti gli altri del volume 14), mi è venuta in mente una nuova interpretazione, che in un certo senso si potrebbe avvicinare anche al Rebuild.
    3. in vari contesti si trovano concetti come il Samsara o l’eterno ritorno, che fanno riferimento al fatto che in ogni epoca l’uomo è sottoposto agli stessi problemi, che siano problemi personali del proprio animo, o che siano problemi legati al mondo, dal salvaguardare l’ambiente, al creare civiltà in grado di convivere tra loro, o che siano problemi legati a questioni più “alte”, come la ricerca della verità e del senso della realtà.
    In tal senso, un “mondo vale l’altro” e l’uomo dovunque si trovi, deve andare avanti nonostante i problemi. Anno è più bravo di me a spiegare il concetto:
    “Eva è una storia che si ripete. E’ la storia di un protagonista che, malgrado la reiterazione delle stesse esperienze, si rialza costantemente. E’ la storia di un tentativo, quello di avanzare, di procedere almeno solo di un passo.”
    Io credo che Shinji1 concluda il suo percorso, nel momento in cui decide di interrompere il perfezionamento e in ciò si ha la sua maturazione.
    Quindi la vita rinasce nei vari millenni, con Yui che ci dice che ogni individuo potrà tornare se riesce a immaginare se stesso.
    Lo Shinji2, di cui non sappiamo nulla, se non che viveva con gli zii prima della partenza verso Tokyo, ci viene presentato in modo simmetrico con la scena del treno, allo Shinji1 all’inizio del manga, tuttavia ci dice che “cercherà la speranza” e nel monologo finale lo vediamo volgere uno sguardo fiducioso all’orizzonte.
    A questo punto mi viene da pensare che Shinji2 sia maturato con esperienze nuove, che gli sono capitate nel suo mondo attuale, e che quello che vediamo nel finale sia uno Shinji2 che ha raggiunto la stessa consapevolezza che aveva raggiunto lo Shinji1 al momento della scelta di fermare il perfezionamento.
    Shinji1 nonostante le difficoltà, conclude il suo percorso fermando il third-impact e permettendo alla vita di poter rinascere nei millenni sulla Terra, lo Shinji2 nonostante difficoltà analoghe, ma calato in un mondo reale (senza robot e angeli) decide di costruire il proprio futuro e si incammina alla ricerca del proprio sentiero.
    La differenze sostanziali rispetto all’interpretazione2, sono:
    – le persone non sono maturate grazie al ciclo precedente e quindi ad esempio Shinji2 non è maturo per via degli insegnamenti maturati nel ciclo precedente, ma è cresciuto per le esperienze vissute nel suo attuale mondo. Nell’ottica dell’eterno ritorno, se Shinji1 nella battaglia con Zeruel ha imparato la lezione del “prendersi le responsabilità da uomo”, analogamente ci sarà stato qualche evento simile per Shinji2 e così via. Con ciò non voglio dire che le loro vite siano speculari, perché potrebbero essere radicalmente diverse, ma intendo dire che Shinji2 si sarà trovato ad affrontare situazioni che alla fine lo hanno portato a maturare. E questa cosa avverrà ancora e ancora, seguendo le parole di Yui nel cap.95: “veglierò su di te, quando morirai, quando rinascerai, e quando morirai nuovamente, e così via innumerevoli volte”.
    – poiché nessuno è maturato, la situazione non è migliore rispetto al finale dell’EoE.
    Quindi ognuno deve prendere consapevolezza di sé e del mondo, e imparare ad andare avanti. Per questo motivo questo nuovo mondo non è un regalo, anzi, Sadamoto ci dice che il gioco a cui sono chiamati gli esseri umani, tanto nel finale del manga quanto nella nostra realtà, è quello di riuscire a farcela in qualsiasi mondo ci si trovi, ed in particolare il mondo presentato nel last stage, è molto vicino a quello del lettore, in questo mondo di esami, lavoro e metro strapiene.
    Se il messaggio deve essere diretto al lettore, credo che la trovata di Sadamoto sia una davvero bella. Alla fine del manga, Shinji si reca a Tokyo (trasferimento in un’altra città) per andare tutto solo al liceo (riuscire a farcela da solo). Potrebbe essere la storia di ognuno di noi.

    Questa è la mia nuova versione, e con l’occasione auguro a tutti “Buon Natale 2013” e buone feste! :-)

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